scritto da Massimo Bambara
martedì 30 novembre 2010
Quello che resta della due giorni di campionato sono un'ottima prestazione del Milan su un campo difficile e un punto prezioso che per mera sfortuna non si è trasformato in vittoria.
Il Milan di Genova porta con se connotati sempre nuovi e di sostanza, coriaceo, battagliero, voglioso di far la guerra quando c'è da soffrire, mai domo fino all'ultimo, determinato a rimarcare il territorio dopo un gol subito.
Tante buone notizie alle quali però va sommata una nota negativa.
Il fraseggio inizia ad essere decisamente troppo di basso livello per una squadra che aspira al titolo nazionale.
Il centrocampo coi tre mediani assicura filtro, coperture, grande presidio del campo e molta intensità.
Porta con se però un difetto molto serio: recuperiamo tantissimi palloni, quasi quanti ne perdiamo.
Propio quest'ultimo dato, quello delle palle perse, inizia ad essere preoccupante e sintomatico.
Il Milan non può vivere di sola corsa e temperamento.
A lungo andare l'assenza di un giocatore in mezzo al campo che pensi prima ancora di ricevere la palla diventa una spada di Damocle sulla nostra testa, un difetto che si allarga di partita in partita.
Il Milan, anche come tradizione e storia, nasce come squadra di fraseggio e la sua genetica richiede una componente tecnica di prim'ordine.
Innestare Pirlo nel motore di questa squadra serve a ridare ossigeno alla difesa e ad amministrare meglio la palla nelle fasi critiche delle partite.
Se da qui a Natale riusciamo a portare a casa 7 punti su 9 direi che possiamo essere soddisfatti e guardare al futuro con grande fiducia.
Il pari di Genova non è un brutto risultato.
Ci ha permesso di non perdere punti da nessuna delle prime tre, anzi di guadagnarne come nel caso del Napoli sconfitto a Udine.
Le nostre rivali più serie, Roma e Inter, stanno a 6 e a 7 punti da noi.
La classifica insomma ci sorride ed è importante iniziare a capire che certi pareggi in trasferta sono fisiologici e propedeutici all'obiettivo finale.
Mantenere la striscia positiva serve soprattutto a tenere alto il morale della squadra.
Non di sole vittorie è costellato il cammino che porta allo scudetto
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