Scritto da Daniele Mantovani |
Mercoledì 08 Dicembre 2010
1) (visto dal vocabolario) Astensione collettiva dal lavoro di lavoratori dipendenti allo scopo di rivendicare diritti, per motivi salariali, per protesta, per solidarietà
2) (visto da destra) Manifestazione tendente a togliere al padrone diritto di potere e mediamente attuata per difendere i “buoni a nulla”
3) (visto da sinistra) Atto di difesa di categorie deboli e singoli senza speranza contro padroni senza scrupoli e votati al solo lucro.
A far data dalle prima metà del secolo scorso fino a qualche giorno fa la parola SCIOPERO questo significava.
Poi un povero novembre dell’anno 2010 ne aggiungeva una quarta definizione:
4) Manifestazione assurda di una nicchia di miliardari avidi e senza scrupoli nella difesa di un patrimonio di denaro spropositato e di privilegi immensi.
Eravamo molto agguerriti nelle torride primavere anni settanta.
Mattinate passate a stampare volantini, sede di partiti discutibili, presenze forti di uomini politici fortissimi e motivanti.
Eravamo disposti a tutto.
Davanti alle scuole scontri di fazioni, pericoli, profumo di guerra.
Guerra vera, cattiva , fisica.
Le notti passate a stampare volantini di veleno e destra e sinistra a non distinguersi e per qualche attimo addirittura uniti nel nome della trasgressione e del dissenso.
Cadevano centinaia di persone… Lo Russo, Ramelli, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia , Calabresi, e poi .. Aldo Moro ..e stazione di Bologna e tanto , tantissimo altro.
Fermi tutti compagni o camerati, si sciopera, si sta fuori in eschimo o giubbotto di pelle ma si lotta.
Che freddo e che paura in quelle stanze mentre si stabiliva di essere a Torino con gli operai in piazza nel 1980.
Che freddo e che paura mentre si provava a dare le piazze ad Almirante per parlare a trent’anni dalla fine del fascismo.
Di quel freddo, di quella paura oggi non rimane nulla.
Chi ha meno di quarant’anni pensa che la ribellione, lo sciopero sia un sistema cotto di vecchi nostalgici.
Chi ha più di quarant’anni non ci crede più, l’astensione e la ribellione ha quasi sempre perso.
Forse è anche per questo che la bomba innescata dall’ associazione calciatori di uno sciopero che fermi il calcio domenica 12 dicembre (anniversario strage di Piazza Fontana …acc.) è stata salutata da giornali, tifosi, tv, radio e contadini come un assurdo e offensivo sgarbo di ricchi spocchiosi senza criterio. Gli italiani di media hanno un problema storico: si fanno un’idea all’inizio della vita e poi vanno a caccia di ogni motivo per non cambiarla più. Pigrizia,poca voglia di documentarsi, qualunquismo. Miscela che fa dire: Che cazzo vogliono questi calciatori da far sciopero mentre incassano miliardi di euro all’anno. Vediamo se è così. Ci sono in discussione 8 punti, ma solo su 2 esiste contrasto, sugli altri l’ass. calciatori e la Lega sono in totale accordo o disponibili al tavolo.
Due punti discussi:
a) le società chiedono di potere mettere fuori rosa e non consentire nemmeno di allenarsi a giocatori ritenuti non utili, in scadenza di contratto e comunque “ribelli” alle regole del club
b) le società chiedono a viva voce di potere trasferire ovunque, ripeto ovunque , un suo calciatore a patto che abbia un trattamento economico paritario.
Il mio parere è questo.
Nessuna società civile può permettersi di tagliare fuori dal posto di lavoro un dipendente che ha fatto il suo interesse fino al giorno prima (caso Cassano vergognoso. E Vergogna sig. Garrone, quarto uomo più ricco d’Italia).
Nessuna società e quindi nessun dirigente spietato può mandare un lavoratore da Milano a Mosca solo perché trova un mecenate che lo paga uguale.
Mi fa schifo il concetto per un motivo finale ma fondamentale: che queste norme colpiranno i calciatori normali e non i miliardari.
Sarà facile spedire Brivio Mesto e Schelotto a casa di Dio.
Non capiterà mai a Del Piero, Totti, Pirlo e amici del quartierino.
Pertanto l’equivoco su cui marcia la Lega ed a pioggia la federcalcio è di ingannare l’opinione pubblica con l’idea che i miliardari non possono fare sciopero.
Tocca a noi, amanti senza fine della palla che ride, urlare che si sta difendendo i 200 giocatori di serie A che prendono meno di 200.000 euro , i 400 giocatori di serie B che non arrivano a 100.000 euro ed anche mezza lega pro con uomini che hanno spesso un doppio lavoro per vivere.
Tocca a noi non mandare il cervello all’ammasso con la scorciatoia triste di “con tutto quello che prendono che cazzo vogliono”.
Tocca a noi fare un salto verso il futuro.
Come toccava a noi ribellarci a padroni senza scrupoli , giornali e sporchi politici che ci dicevano che protestare, perdere soldi stando fuori dal lavoro, perdere studio fuori da scuola non contava nulla.
Conta solo stare in silenzio e non correre rischi.
Se ci avessimo creduto non avremmo oggi nemmeno quelle poche cose che abbiamo. E che stanno provando a toglierci.
LA ZANZARA E’ FAVOREVOLE ALLO SCIOPERO DEI CALCIATORI
La prossima settimana vi prometto il punto natalizio del nostro “campionatuccio”.
Oggi , mentre Maggio insacca un gol pesantissimo per un Napoli in grado di andare fino in fondo con molta luce, mi piace dire 3 cose su 3 squadre del basso e che troveremo il prossimo anno in serie B.
L’argomento è legato paradossalmente a quanto detto prima, in quanto finchè non torneremo ad un campionato a 16 squadre non saremo “un paese normale” (frase di D’Alema… br r r r).
Le 3 squadre neo promosse sono negli ultini 4 posti.
Poco male, se non fosse per il maltrattato Bari sarebbero ultime tre già retrocesse. Non solo.
Brescia:punti 12. Gol 11 attacco:Caracciolo , Eder,Kone
Lecce:punti 12 Gol 13. Attacco:Ofere ,Di Michele, Corvia
Cesena: punti 12 .Gol 10 Attacco: Budan, Bogdani , Schelotto
Lascio a voi la scelta di chi si può salvare. Telefonatemi a tutte le ore. Io non dormo mai.
Ciao amici.
Ah dimenticavo. Casa Mourinho
Tanti brutti sogni
La “manete” di Barcellona, l’infortunio (importantissimo) di Higuain, il delirio pro-Barca in tutto il globo.
Non dormivo più.
Ma poi ho visto il maestro seduto, serio, guardare i suoi uomini fare secco il Valencia.
Sono andato a dormire.
Verso l’alba una luce filtra, disegna e, mi accarezza... E’ primavera, una notte di maggio… Oh Dio mio.
Mi sveglio … non voglio dirvi il sogno.
In pieno inverno, da una notte una notte di maggio, non ci si può aspettare di più |
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