Dove eravamo rimasti?
Scritto da Daniele Mantovani   
Mercoledì 15 Settembre 2010


Fa un po’ più freddo fuori e fa un po’ più freddo anche dentro per i piatti velenosi che il mondo ci serve ogni giorno; ma noi malati cronici “del gioco del pallone” abbiamo un jolly.
Giochiamolo, si riparte.

Non mi va di cominciare questa collaborazione con un commento al campionato , con un commento ai commenti e per sfuggire alla tentazione stendo i miei scritti il sabato che precede la seconda di campionato cominciando proprio da "dove eravamo rimasti” e scusandomi con l’anima tanto nobile di quella sera di venti e più anni fa.

La spettacolare chiusura di Mercato del Milan ha centrato 2 obiettivi:
1) Rendere credibile sul versante italiano un calcio mercato senza danari e con la sola invenzione di questi contratti a termine . Compri e paghi poi. Paghi tu, ma poi boh….  Forse qualcuno di questi geni crede alla profezia Maja della del Mondo 21.12.2012
2) Rendere possibile un campionato minimamente incerto anziché l’ennesima ripetizione dello scudetto ner-azzurro, con meno problemi dell’anno scorso vista la pessima campagna rafforzamento della Roma

Questi meriti mi tolgono il problema su come e con quali successi l’integrazione Ibra e Robinho avverrà.
Per quei soldi , per l’età, ed il valore tecnico i 2 giocatori sono un affare. Punto!

La tentazione di inondarvi subito con i pronostici di inizio stagione (a fine pagina dai), viene rimossa per far posto ad una coda di questa estate mondiale. Di tutte le caratteristiche della nuova stagione, una mi ha colpito al cuore : nessuno dei 20 allenatori della serie A ha mai vinto il campionato italiano, prima volta nella storia.
Vediamo perché.
Somma di cose vuole che sia un po’ per il ricambio generazionale nel settore; un po’ perché le grandi ( Inter, Milan, Juve) hanno in contemporanea cambiato “manico”, un po’ perché il Mondiale avrà insegnato anche che investire milioni di euro sul tecnico a quanto pare non è un affare; ed un po’ perché per la “fuga di cervelli” in uscita verso l’estero.
Proprio questo ultimo mattone mi ha portato con eccitazione a questa disamina.

Degli ultimi 30 anni di scudetti, il 90% sono stati vinti da questi tecnici targati Italia.
Capello, Lippi, Mancini, Trapattoni, Ancellotti.
Lasciando stare chi ha prevalso ma non è dei nostri ( Mourinho, Eriksson, Liedholm mi vengono in mente...) copriamo con questi nomi prestigiosi quasi tutto il territorio degli ultimi 40 anni.
Andiamo allora a vedere oggi, ripeto oggi anno del Signore 2010 come questi signori se la passano.
Messo in una teca per essere adorato Carletto, che ha  dato gioco , mentalità, umiltà al Chelsea in “corretta lingua” del paese che gli da lavoro, aspettando di vederlo quest’anno sul tetto di tante cose ( Europa compresa) , vediamo come se la passano gli altri eroi.
Marcello Lippi:
distrutto dal Mondiale, scelta di uomini da portare in Sud Africa e poi successiva gestione isterica ed indefinibile.
Un giorno la storia dirà quanto davvero vale quel Mondiale vinto.
Per ora abbiamo a che fare con un tecnico finito, stressato e senza speranze di impiego.
Buona pesca Marcello.
Voto ZERO.
Fabio Capello:
8 milioni di euro di stipendio, due anni con 16 uomini a disposizione per veder partite, boria e presunzione da scoppiare … travolto per astuzia a tattica al Mondiale.
La stampa lo accusa di non conoscere ancora nemmeno un terzo dei calciatori del campionato inglese, di essere il meno moderno fra gli ultimi piloti della nazionale e purtroppo dopo 2 anni di studio di esprimersi in un anglosassone da zero.
Quindi voto ZERO
Roberto Mancini:
finito nel solo club che spende soldi veri insieme a pezzi della Spagna, il reclamizzatissimo ex Inter non ha dato uno straccio di gioco al Manchester City, ha contro mezzo spogliatoio , non vince, non arriva a Natale.
Voto DUE, ( parla bene l’inglese).
Trapattoni Giovanni:
Allena una nazionale media, voleva e doveva andare al Mondiale.
Con l’inganno , è vero, ma è rimasto a casa.
Rimane un coraggioso, gira il mondo ma non possiamo dargli più di voto CINQUE, anche perché scegliersi Tardelli come compagno di viaggio è un po’ andarsela a cercare.
Conclusione:
e se la chiave, dei nostri attuali fallimenti, fosse proprio in quello che noi riteniamo il meglio (gli allenatori) ??
E se il triste stato della Nazionale ma anche dei nostri risultati e delle prospettive con i club ( Inter a parte, ma che centra con l’Italia) fosse da addebitare a questa squadra di fenomeni che appena mettono piedi fuori territorio vengono derisi e cacciati?
Teniamoci sto dubbio via senza, per misericordi ricordare le esibizione all’estero recentemente di Malesani, Zeman, Dossena, Del Neri e sicuro scordo qualcuno.

Se non siete travolti dal lungo ciarlare mi rituffo nel nostrano e faccio finta che sia tutto bellissimo.

Che mi costa pensare che l’Inter è ancora più forte, che le dame, oltre al Milan, saranno Palermo e Napoli ( che amore smisurato per Cavani, che desidero vedere finalmente il miglior tecnico italiano Delio Rossi vincere qualcosa) ?
Che mi costa pensare che forse le campagne acquisti di Roma, Fiorentina e Bologna saranno una solida compagnia per una stagione pessima?
Che mi costa pensare che forse vedremo scendere le stesse che sono salite ( Brescia, Lecce e Cesena ) con solo i Salentini ( mamma mia che bravo l’argentino Piatti) in grado di uscirne a spese di qualche sigla nobile (vedi pensiero precedente) ?
Che mi costa pensare che fra tanti stranieri che ci bombarderanno, torneremo a vedere un italiano vincere la classifica cannonieri ( profumo buono ad esempio al Cagliari con Acquafresca) ?
Che mi costa pensare che il blocco delle squadre del sud 8 Bari, Lecce, Napoli,Palermo,Cagliari e Catania) per organizzazione, scelta di uomini, capacità di anticipare i mercati, voglia, farà meglio delle squadre di quassù, vuote ormai di idee, fantasia e di tifosi allo stadio?
Non mi costa nulla.
Nulla perché è sinceramente, forse purtroppo, esattamente quello che penso oggi.

Oggi sabato alle ore 14.45 e mentre mi rigiro nei miei pensieri pallonari, oggi, mi viene anche un po’ da vergognarmi per il tempo spalmato a pensar di “ football”.
Oggi sì
E’ sabato 11 settembre 2010.
Undici Settembre.
Alzo gli occhi al cielo, non per guardare stavolta un trofeo, non per imprecare .
Magari meglio per pregare, che non capiti più e che anche i nostri umili pensieri, condivise con quelle anime, siano un sollievo per chi non potrà vedere più al luce, la mamma ed anche… Un gol a tempo scaduto della propria squadra.

A presto amici...
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