C’è talmente tanta voglia di novità e di cambiamento negli ambienti del tifo milanista, che è bastato vedere all’opera qualcuno dei giovani della Primavera nella Emirates Cup del fine settimana scorso per riaccendere un po’ di ottimismo e per tornare a sentire qualche giudizio positivo.
E’ piaciuto il coraggio di Allegri di lanciarne in campo alcuni nella prima gara contro l’Arsenal e di schierarne titolari altri nella gara con il Lione. Volendo essere sinceri fino in fondo, la circostanza è stata favorita dal fatto che il gruppo a disposizione del tecnico livornese presentava numerose defezioni tra i giocatori della prima squadra: Pirlo, Ambrosini, Inzaghi, Thiago Silva ed Huntelaar (per non parlare degli esclusi per motivi tecnici Janku e Kaladze).
Ma del resto, queste occasioni vanno colte al volo per “mettere alla prova” le doti e la personalità di questi giovani virgulti: uno stadio prestigioso (l’Emirates di Londra), l’atmosfera internazionale, avversari di livello europeo (e non un manipolo di “volenterosi” chiamati a rappresentare una località montana). Niente di meglio per cominciare a “misurare la pressione” a chi ha ambizione di diventare un giorno un calciatore di livello! Al di là dello sloveno Novinic (classe 91) impiegato per pochi minuti, il torneo inglese è servito a mettere in luce soprattutto Strasser, Verdi, Merkel e Beretta.
L’impressione generale è stata positiva per tutti, soprattutto per l’approccio che i ragazzi hanno avuto, dimostrando una buona personalità sin dai primi minuti nonostante non si giocasse, come sono abituati a fare, sui campetti di periferia. A contribuire a “sciogliere” le loro possibili (e giustificate) tensioni ci ha pensato anche il tutoraggio speciale di Clarence Seedorf in cabina di regia: oltre a dare l’esempio in campo, Clarence è stato prodigo di consigli ed indicazioni per i giovani compagni, prendendoli sotto la sua ala protettiva (e sul carisma dell’olandese almeno siamo tutti d’accordo).
Le cose migliori le ha fatte vedere il centrocampista tedesco (nativo del Kazakistan) Aleksander Merkel (classe 92), mezzala con buona predisposizione anche da trequartista. Il ragazzo ha dimostrato buonissimi numeri ed una discreta intelligenza calcistica, e non sono pochi coloro che gli pronosticano l’inserimento in pianta stabile nella rosa della prima squadra a partire da questa stagione. Onestamente credo che la cosa migliore per lui sia aggregarlo alla prima squadra per “fini didattici”, permettendogli di crescere in mezzo ai suoi compagni più anziani e non avere nei suoi confronti pretese particolari. L’impressione è che, a parte le potenzialità, il fisico non gli permetta ancora di giocare a certi livelli. Nel 90% dei contrasti è letteralmente rimbalzato contro i muscolosi avversari di colore dei Gunners e francesi. Una graduale crescita può fargli solo del bene: consideriamolo solo un’arma in più nelle mani di Allegri.
Di Simone Verdi (classe 92) si sa quasi tutto, essendo il talento più conosciuto dai tifosi milanisti che lo considerano un potenziale vice-Pato. La dirigenza dimostra una grande attenzione nei suoi confronti, provata dal fatto che il giorno del suo diciottesimo compleanno gli ha fatto firmare un contratto quinquennale da professionista. Talento e doti tecniche a gogo, ma il ragazzo non pare pronto a certi palcoscenici, soprattutto per limiti fisici. Quasi sicuramente lo attende un’altra stagione alle dipendenze di Stroppa, ma il futuro è assolutamente suo (soprattutto perché da l’impressione di avere una personalità fortissima). Chi “deve” fasi trovare pronto a questo punto della sua esperienza è Rodney Strasser (classe 90), anche perché ha due anni più degli altri, ed a questa età due anni sono un’enormità.
Strasser è il meno tecnico dei suoi compagni, ma dal punto di vista fisico è messo bene (182 cm per 75 kg). Sinceramente, nel vederlo giocare c’è qualcosa che ancora non convince del tutto, ma se il suo posto in rosa deve essere preso da Blasi o Donadel allora puntiamo assolutamente su di lui e proviamo a vedere fin dove può arrivare.
Sarò un po’ controcorrente, ma credo che il giovane migliore di tutti, in prospettiva, possa essere Giacomo Beretta. Il diciottenne attaccante varesino ha avuto modo di mettersi poco in mostra a causa di un grave infortunio che lo ha tolto di mezzo per quasi tutta la passata stagione. Nonostante questo, il Milan lo ha riscattato definitivamente dall’Albinoleffe qualche giorno fa versando gli ultimi 500.000€ pattuiti (in totale fanno quasi 2 milioni di Euro pagati ai bergamaschi). La partenza (in comproprietà) di Zigoni gli offre la chance di mettersi definitivamente in mostra. Al di là delle doti realizzative, la cosa che più impressiona è il fisico già possente (184 cm per 75 kg): vederlo fare a sportellate con il poderoso difensore francese Sagna è un segno di grande consistenza. Teniamolo d’occhio.
Purtroppo per problemi fisici non abbiamo potuto vedere in azione Oudamadi, un attaccante che lo scorso anno ha brillato molto. Anche lui sembra avere i numeri giusti, ma per dare un giudizio definitivo sarà meglio aspettarlo agli esami veri: come caratteristiche sembra molto vicino a giovani del passato molto promettenti che poi hanno avuto qualche difficoltà ad affermarsi (vi ricordate i fratelli Aubameyang?), ma le potenzialità per fare meglio ci sono tutte.
L’entusiasmo suscitato da questi giovani leoni fa bene ed è contagiosa, ma non commettiamo l’errore di riporre in loro delle aspettative esagerate. Se da qui al prossimo futuro, di tutti questi ragazzi ne uscissero anche solo due da promuovere in pianta stabile nella rosa della prima squadra (e magari titolari) sarebbe già un grandissimo risultato, il segno che la politica societaria è quella giusta. Speriamo bene, ma molto dipende da loro.
A proposito, voglio lasciarvi con un dubbio che ho da un po’ di tempo: il tanto nominato Michelangelo Albertazzi è l’unico che in questa campagna inglese non ha visto il campo neanche per un minuto. Ancelotti non l’ha mai preso in considerazione neanche in amichevoli e Coppa Italia nonostante fosse arrivata a Milanello con le stimmate del campioncino (ma gli diamo la giustificazione dell’età), Leonardo ha pensato di non schierarlo neanche quando avevamo tutto la difesa in infermeria ed ha preferito schierare due volte centrale Oddo (!!??!!) piuttosto che lui, Allegri concede spezzoni a tutti i ragazzi tranne che a lui che è quello più “vicino” (secondo la stampa) alla prima squadra! Allora la domanda è: è solo un caso?
Io credo di no, a lui però la palla per smentire tutti!
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