Scritto da Massimo Fontana |
Sabato 23 Ottobre 2010
La batosta di Madrid ha scatenato il malumore in una buona fetta di tifosi rossoneri, e qualcuno già chiede lo scalpo di Allegri.
Altri sono disposti ad accordare all’allenatore ulteriore fiducia, facendo ricorso alle loro riserve di pazienza … in fondo il Mister sta lavorando sulla squadra da tre mesi, e la stagione agonistica è cominciata da meno di due.
Un primo passo importante Allegri lo ha fatto quattro partite fa, nella trasferta di Champions ad Amsterdam. Un passo difficile … la decisione di rispolverare il rombo ha comportato lo spostamento di Ronaldinho dalla sua amata fascia sinistra, e per far capire al Dinho quanto fosse determinato ad utilizzare la nuova (vecchia) disposizione tattica, Allegri lo ha relegato in panchina piazzando Seedorf dietro le punte … quasi un messaggio in codice: “o ti adegui o finisci in panchina”.
Allegri sarà sicuramente criticabile per alcuni aspetti come il limitato ricorso al turn-over o le sostituzioni tardive e/o discutibili, ma un merito gli va riconosciuto: ha preso coscienza dell’evoluzione tecnica di Pato e ha deciso, con grande determinazione, di mettere il Papero nelle condizioni di rendere al meglio.
Potenzialmente Ibra e Pato sono una coppia ancora più efficace di quelle classiche composte da una prima punta fisica e una seconda punta agile e tecnica perché entrambi sono al tempo stesso prima punta fisica e seconda punta agile, con una dotazione di qualità tecniche fuori dal comune.
Pato è molto diverso da quel 18enne giunto a Milanello tre anni fa. Ha messo su chili e centimetri ed ha aumentato la sua attitudine a giocare nei pressi dell’area. Lo stesso Menezes lo utilizza da centravanti nella nazionale brasiliana.
Ma anche Ibra, pur possedendo determinate caratteristiche fisiche, non è il classico centravanti di peso che crea spazi al compagno di reparto, che gioca di sponda o che si rende pericoloso in acrobazia, oltre a tutto questo è dotato di dinamismo e grande tecnica come una classica seconda punta.
A causa degli acciacchi di Pato, i due hanno giocato poco insieme e devono ancora affinare l’intesa, ma la partita di sabato con il Chievo ha dato una dimostrazione delle potenzialità esplosive della coppia.
Il futuro è nelle mani di Pato, la scelta di Allegri di privilegiare e assecondare le caratteristiche del Papero “sacrificando” quelle di Ronaldinho mi sembra doverosa e condivisibile.
Il secondo passo che deve fare Allegri riguarda il centrocampo … il reparto che può fare le fortune di una squadra o ne può affondare le ambizioni.
Si può disporre di una grande difesa e di un grande attacco, ma se il centrocampo non è in grado di proteggere il reparto arretrato e supportare l’attacco, difficilmente si riescono ad ottenere risultati positivi.
Nel caso specifico sembra evidente che, se si vuole fare strada, sia necessario modificare la composizione del reparto mediano.
Pirlo, Seedorf e Ronaldinho garantiscono tecnica e personalità, ma penalizzano la squadra a causa della carenza di velocità e dinamismo che li caratterizzano.
Le partite giocate contro Parma e Chievo hanno dimostrato che la tenuta fisica del reparto, se così composto, ha un’autonomia che non supera l’ora di gioco, ma se si affronta una squadra che somma tecnica, velocità e dinamismo come il Real Madrid, quel centrocampo entra in crisi dal primo minuto.
L’unico che corre e non si risparmia mai è Gattuso, ma se fino a qualche anno fa teneva il ritmo per tutta la partita, oggi va in debito d’ossigeno dopo un’ora obbligando Allegri a spendere un cambio obbligato. La formazione proposta martedì può andare bene contro squadre di seconda fascia ma solo se non al top della condizione.
La partita contro il Real mi ha ricordato, per certi versi, la prima amichevole stagionale giocata a Varese … Allegri schierò dal primo minuto Oddo, Janku e Kaladze, quasi a voler dimostrare preventivamente ai tre quanto i motivi per tenerli ai margini della rosa fossero reali e fondati.
Presentare a Madrid Gattuso, Pirlo, Seedorf e Ronaldinho (più due punte) contro una squadra come il Real è parso ai più una specie di suicidio tattico, ma al tempo stesso potrebbe aver rappresentato, per Allegri, un “sacrificio” necessario per disporre di un “pretesto” utile a giustificare future scelte in antitesi alle pretese di questi giocatori di avere il posto fisso tra i titolari.
Se si vogliono ottenere risultati positivi, è necessario ruotare gli elementi a disposizione, ed equilibrare le doti tecniche di alcuni giocatori con quelle fisiche e dinamiche di altri.
Al momento Allegri sta utilizzando 14/15 elementi su 28, Pirlo non ha saltato neanche un minuto, Dinho e Seedorf superano l’80% di utilizzo, Flamini e Sokratis sono spariti dalla circolazione, Robinho e Boateng sono sottoutilizzati.
L’equilibrio in campo è anche conseguenza dell’equilibrio nello sfruttamento delle risorse umane a disposizione … la gara di Napoli di lunedì prossimo darà qualche indicazione su quali siano gli intendimenti del Mister su questo aspetto.
Sono disposto a concedergli ancora credito, ma mi aspetto un’immediata inversione di tendenza |
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