Scriviamo queste brevi considerazioni alla luce delle indiscrezioni di mercato degli ultimi giorni, voci mai smentite dalle controparti e che quindi, indipendentemente dal buon esito delle trattative, hanno un fondamento.
Tuttavia, le riflessioni che mi inducono prescindono dalla conclusione positiva delle trattative, riguardano una tendenza che l’AC Milan della “seconda repubblica” sta finalmente prendendo.
Abbiamo accusato più volte la dirigenza milanista di aver avviato il nuovo corso (quello dell’occhio attento al bilancio, per intenderci) dimostrando una completa mancanza di programmi, manifestando una incoerenza di fondo tra proclami ed azioni concrete e difettando in modo clamoroso nella comunicazione.
Il mercato attuale (o comunque il modo di muoversi) sta mettendo in evidenza dei confortanti progressi, la dimostrazione che dopo un periodo (comunque lungo) di rodaggio, la strada intrapresa sia quella giusta.
Se si deve celebrare le nozze coi fichi secchi, allora è necessario aguzzare l’ingegno e mettere in pratica delle azioni intelligenti che possano comunque andare a rinforzare un organico che di essere rinforzato ne ha proprio bisogno.
L’ostacolo più grande che abbiamo è la “gestione” di quei giocatori sotto contratto (milionario) che rifiutano altre destinazioni pur sapendo di non rientrare più nei piani del tecnico.
Se Janku non avesse rifiutato il trasloco a Genova (sponda rossoblù) oggi ci ritroveremmo già in rosa un giovane difensore di 23 anni, Salvatore Bocchetti, che fa parte stabilmente del giro della nazionale italiana (ha fatto parte dei 23 del Sudafrica).
Qualcuno dice che il reparto dei difensori sia già abbastanza coperto e numeroso, io invece dico che se si presenta un’occasione di mercato di questo genere (i buoni difensori in Italia scarseggiano) non bisogna perderla assolutamente: intanto lo prendi e lo porti a casa, poi al resto ci pensiamo dopo!
Per anni abbiamo detto e sentito che il Milan non ha rinforzato il suo reparto arretrato, affidandosi a difensori anziani ed ormai logori, ed adesso che stiamo operando nella giusta direzione non possiamo ridurre tutto ad un semplice calcolo numerico sul numero dei centrali in organico: Bocchetti insieme a Bonucci e Ranocchia rappresenta il meglio del ruolo che l’Italia offre, non dobbiamo vivere domani di rimpianti per quello che potremmo fare oggi e che è ampiamente alla portata.
Stesso discorso per Kevin Prince Boateng, centrocampista di 22 anni che potrebbe rafforzare un reparto che necessita assolutamente di un “tagliando” visto il numero dei chilometri percorsi.
La formula è quella giusta.
Stiamo parlando di un giovane che ha dimostrato delle potenzialità enormi ma anche dei difetti da limare nel tempo.
In altre parole, si tratta di un “progetto” di ottimo calciatore.
Sia il Genoa che il Milan lo sanno, ed allora ecco imbastita una trattativa che dovrebbe essere articolata in questo modo: il Genoa lo acquista ad un prezzo di mercato “normale” (circa 6 milioni), lo gira in prestito al Milan che acquisisce anche il diritto di riscatto per la comproprietà!
In altre parole, lo prendiamo in prova (non caricandoci nessun rischio economico) e se lo valutiamo bene a guadagnarci saremo in due, il Milan ed anche il Genoa di Preziosi (pensate l’apprezzamento che potrebbe avere il valore del calciatore se disputasse un ottimo campionato e se si mettesse in luce anche in Champions League).
Devo dire onestamente che questa mega collaborazione col Genoa non è che mi piaccia troppo, ma tant’è, bisogna prendere coscienza della realtà, il Genoa rappresenta una delle società più attive e meglio gestite d’Italia (i casi Bonucci e Ranocchia, sempre loro, lo dimostrano), e quest’asse può rivelarsi molto produttivo.
Insomma, cominciamo ad esserci, ma soprattutto cominciamo a mettere a posto anche il problema della coerenza: sostituiamo un portiere di quasi 37 anni con uno affidabilissimo di 28 anni, prendiamo un ottimo difensore di 22 anni utilizzabile in più ruoli (Sokratis), trattiamo alacremente un difensore di 23 anni già affermato (Bocchetti) ed un centrocampista di 22 anni (Boateng) per dare una dinamicità in mezzo al campo che ci serve come il pane.
Il tutto continuando a rinforzare (gli acquisti non si contano più) e valorizzare (Merkel su tutti) il settore giovanile.
Qualcuno storce il naso sul fatto che si dia in comproprietà qualche giocatore della primavera (Zigoni, Strasser e Oduamadi) per fare anche il mercato della prima squadra.
In realtà si tratta di un modo ben congegnato per sfruttare al massimo una risorsa che con l’arrivo di Pederzoli sta crescendo a vista d’occhio.
Non tutti i giocatori che fanno parte del settore giovanile potranno un giorno giocare titolari nel Milan, ma forse da qualche altra parte sì (in squadre di livello medio leggermente più basso): perché allora non “sfruttare” i giovani se questo serve ad arrivare ad acquistare qualche giovane giocatore che nella rosa della prima squadra del Milan, invece, ci sta benissimo?
Con questa politica si può arrivare ad attuare strategia più volte “caldeggiata” dall’arguto Luca Serafini, e cioè arrivare ad inserire ogni anno nella rosa della prima squadra “un Thiago Silva ed un Abate”, politica che mi sento assolutamente di condividere e sottoscrivere.
Se poi un giorno (la prossima stagione) riusciremo anche a tradurre l’attuale monte ingaggi in eccesso nell’acquisto di un asso che possa far fare la differenza, innestandolo su una intelaiatura giovane ma ancora non pronta per vincere, allora forse si riuscirà ad acquisire quella competitività che oggi sembra un miraggio lontano
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