Nel referendum rossonero su Leonardo sono entrate finora considerazioni svariate di tutti i tipi, molte ovviamente assolutamente non pertinenti e inadatte a valutare oggettivamente l'operato di un allenatore.
Nessuno però si è finora soffermato su un aspetto tecnico-tattico della gestione di Leo, ovverosia cosa fa la squadra quando sta in campo.
C'è il vizio in un mondo del calcio un pò troppo facilone, di valutare la squadra soltanto per quello che fa quando ha il pallone.
Viceversa, anche l'altro lato della medaglia andrebbe analizzato, ossia cosa fa una squadra in fase di non possesso.
Il Milan di Leo va riconosciuto che è ben allenato quando ha il pallone.
Spesso, quasi sempre, colui che ha il pallone ha due opzioni di passaggio, il movimento dei terzinio è funzionale a quello delle ali d'attacco e Borriello si lega perfettamente con Ronaldinho e Pato nel tridente offensivo.
Invece in fase di non possesso si notano le pecche e le lacune della squadra.
Siamo molto spesso lunghi in campo, le distanze tra i reparti tendono ad assumere proporzioni considerevoli e il numero di palle scoperte alle quali è sottoposta la linea difensiva aumenta in maniera esponenziale.
La differenza tra il modo in cui una squadra si comporta in fase di possesso palla e in fase di non possesso segna la grande distinzione tra una buona squadra e una grande squadra.
Quello che un allenatore vuole dalla sua formazione è avere 11 giocatori in campo che corrano assieme e che facciano assieme i movimenti utili al gioco della squadra e al recupero della palla.
Questi aspetti, nel Milan di Leo, non hanno trovato purtroppo cittadinanza, così che quando le inventive dei singoli sono scarseggiate e quando gli infortuni hanno iniziato a pesare si sono notati tutti i limiti di una squadra costruita più sulla fantasia che sull'equilibrio.
Il Milan della prossima stagione deve dardi l'obiettivo di costruire una squadra magari meno spregiudicata e baldanzosa ma maggiormente capace di giocare con un alto senso del collettivo e dell'idea di gruppo al servizio della squadra.
Non è semplice perchè far cambiare abitudini a dei giocatori è impresa titanica ma tra una squadra pazza e una squadra razionale nel lungo periodo la seconda prevale nettamente
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