Il mio Milan del futuro
Il mio Milan del futuro

Il Milan di oggi è probabilmente la squadra con il maggior tasso tecnico della serie A, quella con il secondo monte ingaggi più alto in Italia dopo l’Inter (125 milioni di euro contro i 150 dei nerazzurri) e quella che ha il terzo monte ingaggi più alto in Europa dopo Real Madrid e Inter.

Eppure qualcosa non quadra perché questa squadra riesce ad essere competitiva soltanto per le prime posizioni ma non per lo scudetto, riesce a divertire ma non ad avere continuità di rendimento, riesce a fare partite incredibili seguite da esibizioni scialbe e senza costrutto.

Mettere assieme tutti questi elementi non è una semplice operazione algebrica, bensì un’opera meticolosa di studio e di comprensione di tante contraddizioni e di molti errori che abbiamo commesso in questi anni.

Partiamo da un dato difficilmente contestabile: il talento puro. Questa rosa ne ha tanto, il tasso tecnico di gente come Seedorf, Pirlo, Ronaldinho, Beckham è assoluto e di primissimo livello.

Non sempre però la somma del talento e delle doti tecniche produce risultati mirabolanti. L’alchimia calcistica è un concentrato di equilibrismi e di capacità di mutar pelle che non sempre ci è propria.

Manchiamo di vigore fisico, di potenza barbara, di prepotenza atletica pura e di atletismo. Tutte qualità che non escludono la tecnica e il talento ma che devono miscelarsi con essi per creare un mix che dia vita ad una strutturazione di squadra forte e capace di durare nel tempo.

Mi viene da sorridere poi quando si identifica il problema del Milan nel “Berlusca che non caccia più la grana”. Per carità il Presidente non ha più la voglia pervicace di investire del primo Berlusconi per ovvie ragioni che trascendono l’aspetto sportivo e vanno inevitabilmente ad annidiarsi nelle pieghe della politica e della società italiana, intesa come costumi, cultura e forma mentis di popolo.

Tuttavia avere un monte ingaggi che supera il Pil di più della metà dei paesi africani mi sembra motivazione sufficiente per non avanzare pretese di spese indebite e anche forse inutili.

I soldi Berlusconi li spende male perché il Milan ha una rosa strapagata che pullula di talento ma difetta di quei giocatori capaci di valorizzare proprio il talento.

Il binomio spesa uguale resa non ha pertanto valenza assoluta.

Il nostro vero problema sta nel non aver saputo cogliere con tempestività l’evoluzione del calcio e l’invecchiamento della nostra rosa che sono andati avanti di pari passo, creando un evidente vulnus alla nostra competitività e al nostro livello di gioco, i veri due parametri sui quali valutare la forza di una squadra.

Il Milan ha una rosa male assortita e per tale ragione il momento delle scelte difficili non è più rimandabile oltre la prossima estate.

Io sono del parere che si possa tranquillamente creare una rosa di buon livello a costo zero, riducendo il monte ingaggi e trovando in questa riduzione delle spese le risorse necessarie e sufficienti per costruire un Milan più adatto al calcio del 2010.

Ho individuato infatti 5 giocatori fondamentali che ci servono per ridare vigore e per costruire una squadra diversa.

Il primo della lista è Edin Dzeko, a seguire Jorge Vargas, Milos Krasic, Mimmo Criscito e Leonardo Bonucci.

Nella mia idea di calcio il Milan della prossima stagione infatti, dovrebbe giocare con un 4-4-2 classico con due esterni forti e due punte sempre presenti, con la difesa alta e coi terzini capaci di effettuare sempre la sovrapposizione sul lato forte, ossia quello dove c’è la palla. Una squadra che abbia un ritmo di calcio molto alto, con giocatori dinamici che sappiano inserirsi senza palla, una squadra capace di effettuare la transizione della palla dalla difesa all’attacco in pochissimi secondi. Una squadra insomma fatta apposta per valorizzare il nostro unico fuoriclasse in rosa, Pato, e capace di mettere Andrea Pirlo nelle sue situazioni di calcio ideali, con tanto movimento senza palla, condizione perfetta per chi come lui sa metterti il pallone sulla corsa ad occhi chiusi sia di destro che di sinistro.

Come si può finanziare un mercato di questo tipo?

Innanzitutto bisogna tener presente un aspetto. Quando si fa il mercato, anche a livello immaginario come in questo caso, è giusto tener presente sia il costo del cartellino del giocatore che il costo degli emolumenti conteggiato al lordo delle tasse.

Precisato questo i conti son presto fatti. Con i soldi della qualificazione alla Champions League (ampiamente alla portata di questo gruppo), mi garantisco Bonucci e Criscito. Intorno ai 10-11 milioni si aggira la valutazione del barese, intorno ai 12 la valutazione del genoano. Se ci aggiungiamo gli stipendi netti (circa 1 milioni per Criscito che attualmente ne guadagna 0,75, circa 0,65 per Bonucci che attualmente ne guadagna solo 0,25) viene fuori complessivamente la cifra globale di 25 milioni che sono garantiti dalla qualificazione alla Champions. Milione in più, milione in meno ovviamente.

Dzeko invece può arrivare per una cifra vicina ai 30 milioni, con uno stipendio netto di 2,5, ossia 5 lordi. 35 milioni di euro che posso ricavare dalla cessione di Huntelaar (intorno ai 14 milioni) e di Gattuso (intorno agli 8 milioni tenendoci bassi) e al risparmio lordo dei loro ingaggi (3,5 a testa per entrambi, ossia 7 lordi).

Krasic invece costa intorno ai 15 milioni di euro ma può arrivare per una cifra vicino ai 12 dato che ha il contratto in scadenza nel dicembre del 2010. Se consideriamo che il suo stipendio dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di euro netti il conto è presto fatto. Servono circa 16 milioni. Cifra ricavabile dalla cessione a costo zero di Seedorf (ingaggio di 4,5 netti all’anno, cioè 9 lordi), di Oddo (2,5 netti all’anno, 5 lordi) e di Favalli che comunque va in scadenza di contratto (1,2 netti a stagione, 2,4 lordi).

Riuscendo poi a liberare Kaladze a costo zero (i contatti con la Dinamo sembrano molto fitti), Ronaldinho a costo zero e con la cessione definitiva della seconda metà di Paloschi al Parma (cifra vicina ai 6 milioni di euro) posso arrivare a Vargas, il cui costo è vicino ai 25 milioni di euro e il cui ingaggio potrebbe aggirarsi intorno ai 2 (attualmente ne guadagna 1,2).

Tramite poi i non rinnovi a Dida e Inzaghi, che gravano sul bilancio per circa 13 milioni lordi, nonché le dismissioni a costo zero di Roma (0,8 milioni lordi) e di Onjewu (circa 1,6 milioni lordi), ne posso ricavare un piccolo tesoretto per costruirmi anche la panchina.

Prenderei dei giocatori già pronti e che conoscono il campionato italiano, possibilmente a costo zero e che accettino la panchina facendosi trovare pronti per l’uso in qualsiasi momento.

Mi indirizzerei su Taddei che si svincola a costo zero dalla Roma e Ledesma che a giugno sarà svincolato dalla Lazio sempre gratuitamente. Questi due giocatori rappresenterebbero i cambi perfetti nel sistema calcio che ho scelto per Krasic e Pirlo e il loro costo relativo ai soli emolumenti sarebbe ampiamente sopportabile grazie al tesoretto di cui facevo cenno poc’anzi. Taddei potrebbe accontentarsi di uno stipendio vicino ai 2 milioni all’anno, Ledesma di uno stipendio vicino ai 2,5.

Infine come quarta punta prenderei Maccarone dal Siena, che ha si trent’anni ma si accontenterebbe di uno stipendio contenuto (vicino al milione) ed è l’attaccante ideale per fare il cambio a Pato, capace di giocare però in emergenza anche da prima punta.

Una campagna acquisti così sarebbe praticamente a costo zero, al massimo con qualche piccola spesa della società non oltre ovviamente i 4-5 milioni di euro ma consegnerebbe a Leonardo una rosa più fresca, meno tecnica, ma maggiormente strutturata per la Serie A italiana.

Vi sarebbero due portieri, Abbiati come primo e Storari come secondo, quattro difensori centrali di cui due fenomeni Nesta e Thiago Silva, con Bonucci pronto come primissima alternativa e il sempre utile Bonera come quarta scelta. Vi sarebbero inoltre 4 terzini per due posti, di cui ben tre giovani (Criscito, Abate e Antonini) e solo uno di esperienza, Zambrotta.

A centrocampo ci sarebbero due giocatori per ruolo, Krasic e Taddei come esterni destri, Flamini e Ambrosini come mediani, Pirlo e Ledesma come registi, Vargas e Jankulovsky come esterni sinistri.

In più ci sarebbero quattro punte per due posti, tutte e quattro ben integrabili tra loro. Dzeko e Pato potenziali titolari, con Borriello primissima alternativa e Maccarone pronto sempre all’uso.

Un Milan diverso, che rinuncerebbe al trequartista, ruolo bellissimo e affascinante ma che nel calcio moderno è difficilmente sostenibile a meno che non hai Kakà o Zidane, fuoriclasse che ti fanno quasi sempre la differenza, oppure un giocatore come Perrotta o Snejder, trequartisti mascherati, capaci di avere anche la fase difensiva nel proprio bagaglio calcistico per non far soffrire troppo il centrocampo a tre.

Un’operazione chirurgica a cuore aperto quella appena esposta che richiede grande coraggio e voglia di mettersi in discussione.

L’alternativa è accontentarsi dello status quo, di giocatori belli a vedersi, capaci di esaltare il gusto estetico della folla con dei colpi ad effetto, ma incapaci di garantire un rendimento costante e continuo per quasi 40 partite di campionato.

Un Milan così si avvarrebbe invece di Vargas, il giocatore secondo me più decisivo del campionato dopo Snejder per come interpreta il ruolo e per come costringe a giocare gli avversari (un paradosso che il suo ingaggio attuale sia pari all’ingaggio attuale di Favalli, quest’esempio rende perfettamente l’idea di quanto male spendiamo le nostre risorse), Krasic, un elemento capace di allargare il campo come pochi e Dzeko che in prospettiva insieme a Pato può formare l’attacco più forte del campionato. In più con Bonucci scalpitante dietro ai due centrali di quest’anno avremmo finalmente garanzie di tranquillità, mentre Crscito darebbe maggiore linfa alle fasce difensive.

Sarebbe un Milan titolare con ben 8 undicesimi sotto i 26 anni, che non richiederebbe investimenti folli per il futuro, imponendosi solo, a medio termine, di pensare ad un possibile sostituto di Pirlo, uno dei giocatori meno sfruttati dell’attuale rosa, che avrebbe bisogno di gente dinamica per liberare al meglio il proprio genio.

La mia è soltanto un’idea, un punto di vista sul futuro del Milan, ma credo che il disegno astratto da me raffigurato non appartenga ad ipotesi irreali, bensì a possibilità concrete. E’ importante scegliere una strada però, perché in questa rosa abbiamo ben 14 giocatori di movimento (portieri dunque esclusi), che sono sopra i trent’anni. Il rinnovamento e il ripensamento tecnico del Milan a mio parere non possono più aspettare.
 
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