E’ la prima volta, in questa Nostra rubrica, che tratteremo e parleremo di “quelli lì”.
In generale, infatti, occuparci di ciò che non ci tocca direttamente o che non ci riguarda almeno in parte non è operazione per la quale andiamo certo matti, ma è il momento di effettuare qualche puntualizzazione e di rinfrescare la memoria a chi (ma non è certo una novità)
a volte accusa certi vuoti.
Quel che più ci piace è naturalmente trattare le cose riguardanti la Nostra Squadra, i Nostri Ragazzi e una stagione che forse mai dopo il 2005-2006 (anno nel quale concludemmo al secondo posto in Campionato con 88 punti dietro la Juventus di Moggi e nel quale fummo immeritatamente eliminati dal Barcellona di Ronaldinho e Rijkaard nella semifinale della Champions League) ci aveva visti così competitivi in campo nazionale.
Al contrario loro, infatti, Noi possiamo certamente andar fieri di non sporgere quasi mai la testa oltre il naviglio per vedere cosa accade dall’altro lato, anche perché la fede Rossonera è un qualcosa di talmente alto e sublime che tutto il resto, come direbbe il celebre Califano, è noia.
Di queste “affacciate” da parte loro negli ultimi anni ne ricordiamo alcune clamorose, altre banali, altre ancora che sono arrivate a suscitare una gran tenerezza da parte Milanista.
Tornando all’attualità comunque, in un momento in cui quelli lì si apprestano a vivere la loro prima partecipazione ad un Mondiale per Club, dopo mezzo secolo di silenzi assordanti e di continue domande dell’Europa intera su dove fossero andati a finire, vorremmo per una questione di pura coerenza fare uno sforzo di memoria nemmeno molto lontano.
Andiamo infatti all’anno solare 2007, anno che anche in casa Rossonera è ricordato per un “triplete” (Champions League, Super Coppa Europea e Mondiale per Club) che quelli non riusciranno ad eguagliare neanche vincendo questa competizione (dato che la loro bacheca è orfana, fra gli altri trofei, anche di Super Coppe Europee, mentre nella Nostra ne troviamo ben 5).
Il periodo che dobbiamo avere come riferimento è esattamente questo, periodo quello in cui eravamo Noi a preparare la trasferta in Giappone (che per loro è e resterà anche in questo caso terra sconosciuta) per giocarci proprio il FIFA Club World Cup.
Da parte nerazzurra, proprio in quei giorni, arrivarono numerose definizioni del torneo in questione, e quella più ricorrente e condivisa fu quella di “torneo dell’amicizia”, ove per esso si intende torneo privo di qualsiasi spirito di competizione e costituito, peraltro, da squadre non all’altezza della situazione.
Per carità, abbiamo visto sulla Nostra pelle che alcune delle squadre che partecipano a questa competizione non sono sullo stesso livello di chi vince la UEFA Champions League o la Copa Libertadores (ma non si trattava certo di un chissà quale sforzo intellettivo per comprendere ciò, dato che il tabellone del torneo prevede che le squadre vincitrici delle competizioni appena citate partano già dalla semifinale).
Ciò che però ci rende curiosi è soltanto che, a soli tre anni di distanza, in occasione dell’ ”Open Media Day” organizzato proprio in occasione di una manifestazione così importante, gli stessi soggetti che avevano detto peste e corna di questo torneo siano oggi felici, raggianti, e ne parlino come se per loro non sia mai esistito trofeo più importante.
Evidentemente, da quelle parti, oltre al Giappone, c’è un altro paese del tutto sconosciuto, quello che prende il nome di “Coerenza”.
E’ per questo e per altri milioni di motivi che siamo fieri, fierissimi di essere Milanisti!!!
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