L’annata si sta per chiudere, il terzo posto appare quasi scontato salvo suicidi, l’annata è stata abbastanza in linea con le possibilità del gruppo a disposizione di Leonardo.
Viene da chiedersi però che cosa resti di questa stagione un po’ atipica, iniziata con tanto scetticismo e conclusa con qualche rimpianto, in cui abbiamo vissuto picchi di gioia e di gioco spettacolare e momenti di depressione acuta ed autentica.
Quello che rimane, senza dubbio, sono due fuoriclasse come Thiago Silva e Pato, le due perle della rosa sulle quali provare a costruire il futuro, la stagione più che positiva di Antonini, l’affermazione come titolare indiscusso di Borriello, il recupero ad alti livelli di Sandro Nesta.
Accanto a queste certezze, si affiancano molte domande, dubbi, perplessità e problematiche.
L’alternanza tra i pali per tutta la stagione non è stata cosa buona, la discussa titolarità di Abbiati ancora meno, essendo Cristian il miglior portiere tra quelli a libro paga del Milan.
Le note positive e quelle stonate di Abate si sono alternate per tutto l’anno.
Il ragazzo ha corsa, gambe e voglia di sacrificarsi ma tutto questo non basta per affermarsi ad alti livelli.
Deve crescere tatticamente, migliorare il cross sia da fermo che in corsa, imparare a frenare alcuni suoi impeti fisici.
L’annata di Gattuso poi è stata grigia e anonima come non mai, Rino non è riuscito a dare quel contributo sia umano che tecnico che è sempre riuscito a garantire negli anni scorsi e in parabola discendente si segnalano anche Zambrotta e Inzaghi.
Double face l’annata di Ronaldinho.
Positiva come assist e gol ma infarcita di troppe pause e di troppi momenti di down atletico.
Flamini dal canto suo non è ancora riuscito a imporsi stabilmente tra i titolari, demeriti suoi senza dubbio ma una maggiore oculatezza nelle scelte da parte del tecnico non sarebbe cosa sgradita.
Il grande enigma che tormenta i tifosi del Milan sono le prospettive future di questa rosa, con troppi trentenni e troppi giocatori che hanno già dato il meglio della loro carriera.
Al momento non si intravede lo straccio di un progetto futuribile e di un’idea globale sul futuro del club.
La sensazione è che si proceda a tentoni senza preoccuparsi di ridare energie, forze fresche e linfa nuova a una rosa che è stata in questi anni spremuta in larga parte come un limone.
Il rinnovamento deve partire da quest’estate, non è più possibile rimandarlo.
Prendiamo il buono di quest’annata e lavoriamo su di esso, irrobustendolo e fornendogli adeguati supporti.
Occorre coraggio però.
Non è un problema di soldi ma di coraggio.
Un coraggio che bisogna trovare a tutti i costi
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