Nella fredda serata francese di mercoledì, la Nostra Squadra ha meritatamente conquistato una vittoria importantissima e che ha spalancato agli uomini di Mister Allegri le porte degli Ottavi di Finale della massima competizione continentale.
E’ stata una vittoria, quella ottenuta a spese dell’Auxerre per 2 a 0 grazie alle reti di Ibrahimovic e Ronaldinho, figlia della compattezza, della corsa, dell’equilibrio e della grande determinazione che ha caratterizzato questo ultimo mese Rossonero, costellato indubbiamente da prestazioni poco spettacolari, ma di grande sostanza e concretezza che ci hanno lanciato da soli in vetta alla classifica del Campionato di Serie A.
Ciò che infatti più incuriosisce attorno all’ambiente Rossonero è la nuova veste tattica data alla Squadra da Mister Allegri il quale, dovendo fare di necessità virtù (il tutto nacque il 7 Novembre a Bari, nel momento in cui Andrea Pirlo, fulcro da anni del Nostro centrocampo, diede forfait per quella trasferta), ha senz’altro trovato una formula validissima: davanti alla difesa ben tre centrocampisti di “rottura” (a turno Gattuso, Ambrosini, Flamini e Boateng), Clarence Seedorf dirottato sulla trequarti alle spalle dei due attaccanti.
Sicuramente a giovarne è stata la Nostra fase difensiva, ed in particolare i due difensori centrali che sono decisamente più protetti.
A Nostro avviso, tuttavia, la vera svolta non è tanto questa formula (che con il ritorno di Andrea potrebbe anche essere meno frequente), quanto un aspetto che tanto avevamo invocato nei giorni successivi alla sconfitta di Madrid, che sembra aver davvero fatto cambiare pelle alla Nostra Squadra e alla Nostra stagione: tutti, dal portiere all’attaccante, passando per il trequartista, hanno capito che per raggiungere traguardi importanti, per essere davvero competitivi nel calcio moderno, bisogna correre anche e soprattutto all’indietro, bisogna sacrificarsi, bisogna difendere e attaccare con tutti gli effettivi.
Questo è indubbiamente un passo fondamentale, importantissimo, che più volte negli anni precedenti non abbiamo compreso del tutto o che, forse, abbiamo fatto finta di non capire.
E’ proprio questa la cosa fondamentale, ed è proprio questa componente, banale all’apparenza ma di vitale importanza all’atto pratico, che fa la differenza fra una squadra normale e una grande squadra, fra chi è in grado e chi non è in grado di competere con chiunque su tutti i campi.
E’ chiaro che la differenza fra la vittoria e la sconfitta, come abbiamo imparato in questi anni, è davvero sottile e fatta di dettagli a volte impercettibili, e sappiamo Noi stessi che anche tutto ciò alla fine potrebbe anche non bastare.
Ed è proprio per questo che dobbiamo continuare, è proprio per questo che non dobbiamo fermarci mai, tenendoci per mano e remando tutti dalla stessa parte.
Solo così i sogni possono davvero diventare realtà!
Forza Ragazzi!
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