Onore all'inter, ma finisca questa sceneggiata
E' opportuno precisare, per evitare equivoci, che l'Inter ha vinto con grande merito il derby di domenica e merita applausi e lodi sul piano sportivo ed agonistico per la prestazione della squadra in campo. Il Milan dal canto suo non è stato capace di interpretare la partita nel modo dovuto, ci sono stati errori gravi, sottovalutazioni dilettantesche, una gestione complessiva dell'approccio mentale alla partita decisamente negativa e uno scenario tattico assolutamente rivedibile. Ma tutto questo non giustifica il comportamento gravemente antisportivo della società Inter, di molti suoi tesserati e di molti tifosi nerazzurri. L'Inter domenica sera è diventata la prima squadra al mondo che invece di gioire della propria vittoria passa il tempo a lagnarsi degli arbitraggi. L'espulsione di Snejder, regolamento alla mano, è sacrosanta. A nulla vale il rilievo che non accade mai. I giocatori, dal giorno dopo il precedente Totti-Rizzoli, sanno perfettamente che qualsiasi gesto oltraggioso verso la terna arbitrale sarà punito con un rosso. Lo sa bene anche l'Inter dato che Maicon a Bologna, proprio quest'anno, è stato espluso al novantesimo per un gesto sbagliato verso il guardalinee. Collina ha dettato le regole, chiare e precise, lamentarsi è inutile e controproducente. Commentare poi termini come "complotto" o "clima pericoloso" usciti dalla bocca di fior di dirigenti nonchè dal signor Mourinho è un esercizio che travalica i confini della comicità. L'Inter da anni vince in Italia ed ha creato un dominio incontrastato e in questi ultimi quattro anni gli episodi pro-Inter dal punto di vista arbitrale sono nettamente superiori a quelli contrari. Loro però si indignano a prescindere. Si indignò Moratti la sera di Siena un anno fa quando Maicon segnò con 6 metri di fuorigioco perchè anche solo pensare che fosse stato un aiuto all'Inter era reato di lesa maestà. Era solo un errore per lui.Si indignano però le rare volte che ricevono torti perchè quelli non sono errori, bensì segnali di qualcosa. La morale e l'etica del campionato pretendono di dettarla loro. Ma tutto questo è la negazione della sportività e del rispetto dell'avversario. Non hanno stile e non sono nemmeno capaci di godersi la squadra che hanno, oggettivamente ben costruita e di livello. Lo stile d'altronde non si compra al mercato. Fa parte della storia e del Dna di una società. E' una di quelle cose che non si possono acquistare. Come la Coppa dei Campioni.
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