Capolavoro a metà
Capolavoro a metà

Una serata magica si è trasformata in una serata atroce.

 

Il Milan sceso in campo contro il Manchester United ha rasentato i limiti della perfezione, giocando 45 minuti intensi, veri, di grande sostanza, con le giuste distanze tra i reparti e con la dovuta attenzione, venendo punito esclusivamente da un episodio negativo in cui va sottolineata la sportività di Antonini che esce dal campo non appena si fa male invece di crollare a terra obbligando quasi il Manchester a buttare il pallone fuori in virtù di quella regola non scritta che vige nella competizione agonistica.


Nel secondo tempo invece credo che il Milan abbia buttato alle ortiche la qualificazione perché non siamo stati capaci di mutare tattica a seconda delle esigenze della squadra.

Il primo tempo infatti era stato gestito in maniera magistrale in quanto la squadra aveva giocato molto corta, con una grande capacità di fare pressing sul secondo passaggio in uscita della difesa del Manchester, scelta questa che ha comportato un inevitabile dispendio di energie sia fisiche che mentali.


La scelta quindi di Leonardo di tenere tre solo centrocampisti anche nel secondo tempo contro un Manchester che aveva praticamente cinque uomini dietro la linea della palla è stata quasi un suicidio tattico poiché allungandosi la squadra in centrocampisti nostri avevano una porzione di campo troppo grande da coprire e noi per una ventina di minuti siamo andati nettamente sotto a centrocampo.


Leo è convinto che sia imprescindibile tenere sempre tre uomini davanti anche in queste situazioni. Mi permetto di pensarla diversamente. Non sei offensivo se giochi con tre attaccanti che non hanno fase difensiva quando a centrocampo stai soffrendo, ti stai solo consegnando all’avversario.


La spia si era accesa dopo dieci minuti della ripresa quando su una percursione di Rooney dopo una palla persa da Bonera, Pirlo e Ambrosini non avevano proprio contrastato l’attaccante inglese lasciandolo andare verso la porta con Thiago che ha poi sporcato il suo tiro in corner.
Ma quella spia doveva essere immediatamente recepita dal nostro allenatore che avrebbe dovuto con repentina efficacia optare per un centrocampo a quattro, sia perché l’uno a uno non era la fine del mondo, sia perché comunque la partita potevamo vincerla sui calci piazzati dove oggettivamente lo United difendeva malissimo.


Per quasi mezz’ora di gara, ossia dall’occasione di Dinho al quarto d’ora della ripresa fino al gol di Seedorf, il Milan non ha mai tirato in porta, non ha mai nemmeno costruito un’occasione potenziale e ha guardato gli avversari tagliarci a fette in quanto eravamo cotti ed in inferiorità numerica a centrocampo.


Se questa si chiama mentalità offensiva rimango sbigottito.


Non sei offensivo se giochi con tanti giocatori oltre la linea della palla, lo sei nel momento in cui riesci con rapidità a far arrivare il pallone dalla tua metàcampo fino all’area avversaria in una condizione di equilibrio generale per la squadra.


Una squadra senza equilibrio non è una squadra d’attacco ma una squadra senza senso.

Le partite non vanno soltanto preparate bene ma anche lette con tempestività in corso d’opera.
Peccato davvero perché ai punti il Milan avrebbe nettamente meritato la vittoria ma la gestione errata della seconda parte di gara da parte della panchina ha regalato al Manchester una vittoria insperata che va molto oltre i loro stessi meriti.

MD in all World's language
 
MD in your language
MD em sua língua
MD dans ta langue
MD en su lengua
MD in Ihrer Sprache
MD 在您的語言
MD in uw taal
MD στη γλώσσα σας
あなたの言語の MD
당신의 언어에 있는 MD
MD в вашем языке
MD i ditt språk

Milan Day TIME
 
 
Questo sito web è stato creato gratuitamente con SitoWebFaidate.it. Vuoi anche tu un tuo sito web?
Accedi gratuitamente