Ah, True Blood. Quanto è stato lungo l’inverno senza di te?
Senza il tuo splatter e il tuo sesso, senza il tuo accento del Sud e la gente che strilla a squarciagola, senza le tue metafore?
Ah, True Blood. Quanto mi sei mancato…
True blood è una serie tv cominciata nel 2008 e tuttora in corso, basata sui romanzi della Serie di Sookie Stackhouse, scritti da Charlaine Harris.
Il luogo centrale della narrazione è il paese di Bon Temps, piccolo centro della Louisiana, nel quale si fa subito la conoscenza di Sookie Stackhouse (Anna Paquin), una giovane cameriera capace di leggere nel pensiero della gente.
Sookie Stackhouse (nella serie interpretata da Anna Paquin) è una cameriera con misteriosi poteri telepatici che s’innamora di Bill Compton (Stephen Moyer), un vampiro di circa 175 anni tornato in città per rifarsi una vita.
Sono passati due anni da quando i succhiasangue sono usciti allo scoperto nella società americana, un evento che è stato possibile grazie alla straordinaria invenzione scientifica giapponese di “True Blood”: un sangue sintetico, che può soddisfare completamente
i bisogni alimentari dei vampiri.
Ma la già difficile convivenza tra i demoni della notte e gli umani viene a essere ulteriormente minata da una serie di strani omicidi ai danni di giovani donne, alcune delle quali frequentatrici di vampiri...
Il telefilm al suo esordio ha lasciato sbalorditi sia critica sia pubblico, perchè entrambi si sono trovati di fronte a un prodotto anticonvenzionale e intrigante, lontano dall'approccio finora riservato al mito del vampiro (basta ricordare serie passate quali “Buffy”, “Moonlight” e la saga Twilight).
“True Blood” risulta infatti eccessivo in tutto, soprattutto nei personaggi così ben tratteggiati e assolutamente esagerati in tutte le loro esternazioni, primi tra tutti Jason Stackhouse e Tara Thornton, rispettivamente fratello e amica di Sookie.
Gli elementi importanti che rendono la serie di qualità e che hanno ottenuto il favore della critica sono la cura de particolari, i dialoghi lunghi e mai e la fotografia impeccabile.
Tutti elementi che contribuiscono a rendere terreni e veri i personaggi e le storie, facendo sì che nulla risulti edulcorato.
Un discorso a parte se lo merita la sigla, un piccolo capolavoro a partire innanzitutto dalla canzone, “Bad Things” di Jace Everett, che accompagna una serie d’immagini ad alto impatto visivo che riescono a descrivere appieno la cultura esoterica della Luisiana.
E dobbiamo dire che il cantante non finirà mai di ringraziare Alan Ball per avergli offerto questa grande opportunità giacché la sua canzone era stata all’epoca un “flop” incredibile e ora, a distanza di anni, è stata scelta per accompagnare una delle sigle più belle nella storia dei serial tv.
Un telefilm di qualità che mescola dramma, horror e commedia, assolutamente consigliato a chi ha uno stomaco forte,a chi ha nostalgia del dramma vampiresco ma con un avvertimento: non aspettatevi nulla di soft perché “True Blood” è decisamente sopra le
righe.
E’ un telefilm sui vampiri che mostra scene forti, senza provare neanche un po’ a nasconderle.
Geniale nella sua semplicità, vive di un equilibrio fra molteplici squilibri che coinvolgono l’horror e uno sguardo sull’Altro, che è poetica e insieme politica e che procede secondo una continua accumulazione di fatti magici che diventano meraviglie su meraviglie.
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