L'Aquila...
L’AQUILA OGGI , TRA MARIO MAGNOTTA
E UN FUTURO IN APNEA


Il mio primo pezzo del 2010,tra il serio e il faceto, voglio dedicarlo ad
una persona che e’ passata a miglior vita. Il celebre Mario Magnotta.
Mario Magnotta è un ex bidello dell'Istituto Tecnico per Ragionieri de
L'Aquila ed è stato protagonista di alcuni scherzi telefonici che, registrati su
cassetta e passati di mano in mano, hanno invaso l'Italia a partire dalla fine degli
anni '80.

Invitato a "I fatti vostri" e numerose volte al "Maurizio Costanzo show",
Magnotta colpisce per la prorompente esuberanza campagnola, condita da frasi
idiomatiche.

Nel 1981, anno importantissimo della sua esistenza, acquista una lavatrice
San Giorgio piuttosto costosa da un rivenditore, Bontempo, pagandola 480.000
lire.

Sei anni dopo, nel 1987 il nostro eroe, appena concluso il suo matrimonio
con Giuseppina, rimane senza lavatrice. Decide quindi di comprarne una nuova e per
scegliere il negozio giusto chiede consiglio a Antonello e Maurizio, due ex
alunni del Tecnico Commerciale e terribili incubi di Mario ai tempi della scuola.

Il suo colorito modo di parlare e il carattere irascibile fanno scattare la
molla!

E così a distanza di sei anni gli autori dello scherzo si inventano una
scemenza contrattuale sul precedente acquisto.

Si trasformano uno nel direttore
della S. Giorgio, l'altro nel doppio ruolo di rivenditore dove Mario sei anni prima
aveva acquistato lo storico elettrodomestico e di ragioniere della ditta
"Imperia" che "girava" le lavatrici a Bontempo.

Tutto era pronto per passare alla
storia. Dallo studio del loro negozio partivano decine di telefonate, di cui
purtroppo solo quattro sono state registrate. Di giorno, di notte, a scuola, Mario era
braccato. Per liberarsi da quegli scocciatori, doveva esplodere!

Lo farà, al termine di un'avventura durata più di un mese,
a suon di insulti e bestemmie....

Mario e' morto poco piu’ di un anno fa,nella notte tra il 4 e 5 gennaio 2009
all'ospedale San Salvatore de L'Aquila dove era ricoverato a causa di una
embolia polmonare molto estesa.

Aveva 66 anni.

I miei ricordi del grande Mario si intrecciano con la situazione grottesca
che vive oggi l’Aquila.

Una ricostruzione che non esiste e che invece viene percepita nel Paese come
fosse in stato avanzato. Da qui vorrei lasciare la parola a Goffredo Juchich, un
aquilano,un'altra voce che parla di quello che vede.

“Cominciamo a dire che a L'Aquila è in atto una COSTRUZIONE di enormi
quartieri fatti di casermoni di legno e alluminio che ad oggi ospitano 2500-3000
sfollati a fronte di una popolazione attualmente senza tetto ancora di oltre 40mila.

Quando i cantieri saranno tutti chiusi, si pensa a gennaio, arriveranno a
contenere 15mila persone, le altre dovranno aspettare che parta la vera RICOSTRUZIONE,
assolutamente bloccata.

I cantieri aperti sulle abitazioni degli Aquilani si
contano sulle dita di una mano, questo perchè le ditte nn si fidano di anticipare
per iniziare i lavori. Sanno bene che i soldi sono spalmati da oggi fino al 2032 e
hanno paura di non vederli per niente.

Bisogna intervenire sulle case vere che
tra quelle classificate b-c(relativamente poco lesionate, a guardarle fanno
spavento, la cosidetta ricostruzione leggera..)e zone rosse(i centri storici della
città e delle sue dodici frazioni)rappresentano l'80% del patrimonio immobiliare
di L'Aquila. Nel frattempo abbiamo ancora diverse tendopoli aperte con 3500
persone al gelo (due settimane fa una notte -4) e 30mila al mare.

Nelle case agibili qua ormai si sta in 10, modello anni '30.
Se parliamo poi del patrimonio
artistico, penso che L'Aquila bella com'era non lo tornerà mai più.

Fa male scriverlo ma lo penso, purtroppo, in centro, case, chiese, fontane,
palazzi, sono da mesi sventrati sotto i colpi del tempo che tra un po'
sarà ancora più inclemente tra gelo e neve..

Dei monumenti adottati dai paesi stranieri durante il G8 solo nella
chiesa delle Anime Sante, in piazza Duomo, la Francia ha dato seguito alle promesse
con atti concreti. Il disastro è talmente enorme che si fa fatica ad elencare
tutto quello che non va…

Altri esempi: l'ospedale (quello famoso costruito di un piano su un'area
immensa perchè si diceva che così fosse antisimico, e che la notte del sei aprile con
morti e feriti era inagibile al 90%..) è ancora inagibile per due terzi a oltre
sei mesi dal sisma. Le scuole, ripartite tra enormi difficoltà, accorpano orari e
studenti per gestire una evidente mancanza di spazi.

L'Università passa da 30mila studenti dell'anno accademico 08/09
ai 12mila di oggi che sono destinati a diminuire
perchè per loro si dispone di solo 200 posti letto.

L'Aquila aveva 72mila residenti nel comune e 30mila nel comprensorio,
con una popolazione lavorativa di 40mila persone prima del terremoto,
oggi tra autonomi e dipendenti abbiamo
20mila richieste di cassa integrazione straordinaria, artigiani e piccoli
commercianti sono fermi da mesi e non possono riaprire perchè le loro attività erano
nei centri storici.

I drammi privati si intrecciano a quelli collettivi nella mia città.
Questo senza che nemmeno gli Aquilani si rendano bene conto di quello che
sta succedendo.

Chi entra nel prOgetto C.A.S.E (i casermoni) mette le lenzuola
alle finestre per ringraziare l'uomo dei miracoli e chi resta fuori spera di entrare. 

A proposito, hanno assegnato gli alloggi senza fare una graduatoria con i
requisiti o almeno nn li hanno resi noti ma tutto viene giustificato con
l'emergenza.

Con l'emergenza hanno espropriato i terreni per costruire a chi aveva perso
la  casa. Fantastici! Mancano spazi di socialità.

La città che viveva nel centro
storico, nei locali, nelle piazze, i suoi momenti di vita comune è andata
distrutta senza essere sostituita da niente.

Tra un po' qualcuno andrà fuori di testa.
Purtroppo questa è più o meno la situazione, mentre i riflettori si spengono e
su di noi incombe un inverno freddissimo…’
Beh…sono certo che il buon Mario ne avrebbe dette di cose…



 

 

 
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