"el segna semper lu"
Solitamente per i calciatori vengono coniati dei soprannomi rappresentati da nomignoli o da aggettivi che vengono aggiunti al loro nome.
Per il calciatore in questione no, lui è sempre stato identificato da una intera frase: bastava dire o sentire “El segna sempre lu” (tradotto “Segna sempre lui”) per sapere che si stava parlando di Maurizio Ganz, bomber di Tolmezzo (Udine) che per  circa vent’anni ha segnato gol su tutti i campi, in tutti i modi ed in ogni categoria.

Di maglie ne ha indossate parecchie (di ben 14 squadre diverse) e di soddisfazioni ne ha regalate molte (circa 200 i gol segnati), ma forse il sigillo più bello l’ha impresso indossando la maglia del Milan, unica squadra con cui è riuscito a vincere il titolo di Campione d’Italia.
Se ci si ferma alla lettura dei semplici numeri, l’apporto alla conquista del sedicesimo scudetto rossonero potrebbe sembrare marginale, in realtà Maurizio Ganz è stato uno dei calciatori maggiormente determinanti nell’incredibile cavalcata dello scudettato  Milan di Alberto Zaccheroni della stagione 1998/99.

Ganz rientra tra i transfughi che passando da una sponda all’altra dei Navigli (da quella nerazzurra a quella rossonera) sono diventati dei vincenti ed hanno contribuito ad accrescere i rimpianti dei tifosi interisti.
Nel Dicembre del 1997 il Milan di Capello ha bisogno di rinforzare un attacco in grosse difficoltà, e per questo Galliani porta a termine con Moratti lo scambio tra Checco Moriero e Maurizio Ganz.
La storia è abbastanza curiosa.

Tutto nasce nell’estate del ’97 per Andre' Cruz.
Il centrale brasiliano in scadenza col Napoli prima s'impegna con l'Inter, ma poi cede alla corte del Milan che brucia i cugini e deposita per primo il contratto in Lega.
Ne nasce una controversia, e per riparare, il Milan cede all'Inter la comproprieta' di Moriero che s'e' appena aggiudicato a parametro zero dalla Roma.
Ganz nell’Inter è chiuso da Ronaldo e Zamorano, nel Milan i partner di Weah, Kluivert ed Andersson, non segnano neanche a spingerli: ecco quindi che si fa lo scambio e Maurizio approda a Milanello.
Avete presente l’odierna, dilagante, moda dei calciatori di non esultare quando segnano un gol contro la loro ex squadra (anche quando in quella squadra ci hanno giocato appena un quarto d’ora)?
Beh, tre giorni dopo lo scambio di mercato è previsto un sentito derby Milan-Inter per l’andata dei quarti di finale di Coppa Italia, e quando al 33’ Ganz segna il secondo gol del Milan con un perfetto diagonale di sinistro, corre come un ossesso verso la panchina rossonera per festeggiare coi suoi compagni.
Bastò quel gesto per far entrare il bomber friulano nel cuore della tifo milanista e farlo diventare un “traditore” per i tifosi interisti che spesso avevano esultato per i suoi “soliti” gol.
Per inciso quel derby finì 5-0.

Ma saranno altri i gol che faranno entrare Ganz nella storia del Milan.
L’anno successivo la guida tecnica viene affidata a Zaccheroni, ed in attacco arriva Bierhoff. Ganz è il centravanti di riserva, ma la sua capacità di incidere è strabiliante!
Segnerà gol pesantissimi, tutti decisivi.
Decisivo il gol del pari (1-1) a Piacenza (al 90’), decisivo il gol della vittoria per 2-1 contro il Venezia, decisivo il rigore del pari (2-2) contro il Bari a San Siro (al 93’).
Ma non basta.
A 8 giornate dalla fine il Milan, secondo in classifica, strappa un buon 0-0 all’Olimpico contro la Lazio capolista.
I punti di distacco restano 7 a 7 giornate dalla fine, ed a crederci ancora sono in pochi.
Ma proprio qui comincia la cavalcata incredibile, ed a dare inizio a questa cavalcata è ancora Ganz.
La giornata successiva, bruciando sullo scatto il duo Cannavaro-Buffon, sarà proprio un gol di Maurizio al 72’ a sancire la rimonta del Milan contro un forte Parma per il definitivo 2-1.
La rimonta ha inizio qui, ma contro una Lazio alle corde, i rossoneri non possono sbagliare nulla.
Ed invece alla quart’ultima giornata contro la quasi retrocessa Sampdoria di Spalletti il Milan sta per buttare via tutto.
Nonostante sia andato in vantaggio due volte, il Milan all’86’ viene raggiunto sul 2-2 da un gol di Franceschini.
Lo stadio è ammutolito, e non ha nemmeno la forza di incitare i suoi giocatori.
Ma al minuto 95 arriva la Provvidenza.
Sull’ultimo calcio d’angolo, in un’area affollatissima, la palla arriva a Ganz che in girata di sinistro la indirizza in qualche modo verso la porta di Ferron: carambola su Castellini e palla in rete.
Apoteosi!
E’ il gol più importante di quel incredibile campionato.
Alla fine vinceremo il titolo di un solo punto, e se si pensa che i cinque gol di Ganz hanno fruttato 11 punti, risulta del tutto evidente il peso di “Ganz and Roses” (come lo chiamava Pellegatti) nella storia di quel tricolore.

La stagione successiva il Milan acquista anche Shevchenko, e gli spazi per il quasi trentaduenne Ganz si riducono ulteriormente.
Nel mercato invernale il Milan decide di cederlo al Venezia.

Non è durata molto l’avventura milanista di Maurizio Ganz (3 stagioni di cui una sola completa), ma quel poco fu più che sufficiente.
Un graffio, come quelli che il nostro infliggeva domenicalmente nelle aree di rigore tra avversari increduli.
Un gesto che però ha lasciato segni indelebili.

Forse, però, lui non lo ha ritenuto adeguato, ed ha deciso che il nome dei Ganz ha ancora da dire qualcosa nella storia di questa società.
Oggi il “suo piccolo” Simoneandrea (praticamente identico a lui) segna con costante regolarità con la maglia della Primavera milanista: se il buon sangue non mente abbiamo il futuro garantito!
 
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