Atleti che si preparano con enormi sacrifici, ragazzi che vivono e lottano per quel
traguardo, che sognano un podio, una medaglia che va al di là del mero valore
del metallo con cui è coniata.
Il vero valore è dato dall’impresa di conquistarla, di arrivare davanti agli altri,
di superare sportivamente gli avversari, di vedere ripagati gli sforzi di ore ed ore
di allenamenti, quando invece i tuoi coetanei sono a divertirsi.
Tutto questo può essere spezzato in un attimo...un attimo di follia del destino...
un destino bastardo disegnato da menti umane che hanno vigliaccamente tracciato,
senza competenza e con una leggerezza agghiacciante, la via della morte per un
ragazzo che la vita aveva appena cominciato a viverla...un ragazzo di soli 21 anni
che voleva solo vivere il sogno di una gara olimpica, giocandosi un piazzamento
e non la vita.
Entusiasmo di vittoria e non di morte.
Eppure, forse per quei misteriosi ed arcani avvertimenti dell’inconscio,
lui era preoccupato edurante l’ultima telefona al padre, gli aveva confidato i
suoi timori...quella pista è pericolosa...
mai presentimento fu più giusto purtroppo.
E tutti abbiamo negli occhi quelle immagini tremende di lui che esce di pista,
ad una velocità al limite dell’umano, che sbatte e rimbalza su quei pali come
un fantoccio di stracci e che resta tragicamente immobile.
Purtroppo, nonostante la celerità dei soccorsi, non si è potuto far altro che
constatarne la morte.
Impotenti, sbigottiti davanti a quanto visto e, come sempre in questi casi,
pieni di domande irrisolte...ma questa tragedia poteva essere evitata?
La certezza non la si avrà mai e si parla già di errore umano,
tanto chi potrebbe smentire...
bisogna salvaguardare la grande macchina che sta per mettersi in moto...
the show must go on...lo spettacolo deve continuare...
e forse è anche il modo più giusto per onorare un ragazzo che di questo
spettacolo voleva far parte.
E allora ogni atleta che salirà sul podio salirà anche per lui,
ogni medaglia che verrà conquistata lo sarà anche per lui,
la cui anima ombreggerà leggera sulla neve tornata bianca,
ripulita dall’invisibile colore della morte.
Un’unica speranza...che tutto questo non si ripeta più...
perché la speranza che si faccia vera chiarezza e che qualcuno
paghi per quanto successo...è morta come quel ragazzo georgiano
di 21 anni che rincorreva un sogno.
Nodar Kumaritashvili...l’ultima discesa