E' ancora... 8 Marzo

Un altro 8 marzo è arrivato e si sprecheranno, come di consueto, articoli e conferenze sulla condizione della donna nel mondo, sulle inevitabili e discutibili differenze tra uomo e donna, scoprendo che un altro anno e’ passato e niente e’ cambiato.
Questa volta, però, sarò un tantino dissacratoria e non mi aggiungerò ai soliti seri e ripetitivi discorsi, ma cercherò di descrivere cosa succede quella sera in molte parti d’Italia, senza distinzione di latitudine, il tutto con ironia e col sorriso, sperando che nessuno ne abbia a male.

Ore 19.30 – Se vi aggirate per le strade di una qualsiasi città italiana, potrete vedere gruppi, più o meno numerosi, di donne agghindate a festa, che si ritrovano ciarliere, vocianti e sorridenti.
Una serata tutta loro, da festeggiare in qualche modo, soprattutto insieme.

Mi si dirà...non è questo l’8 marzo...no non è questo...è ANCHE questo.
Perché, durante il resto dell’anno, si cerca il tempo ed il modo per ritrovarsi, per confrontarsi, per vedere che i problemi dell’una sono simili a quelli dell’altra, le emozioni ed i batticuori identici, ma per molte sorgono impedimenti...il bambino ha la febbre...oppure non ha finito i compiti...il marito torna tardi...le esigenze casalinghe  incombono...facciamo un’altra volta...e tutto viene rimandato alla prossima occasione.

Poi arriva questo giorno, l’8 marzo...la festa della donna...e tutto diventa possibile, come per incanto i problemi si appianano...e se il bambino deve finire i compiti, lo fa col papà tornato per tempo dal lavoro, magari col rametto di mimosa, perché anche i signori uomini, più o meno inconsciamente, ci riconoscono questo diritto e, ne sono certa, con le migliori intenzioni, senza prevaricazione, candidamente...come solo loro sanno semplificare anche le questioni più spinose.
Ed è anche per questo che è importante questa giornata.

Una serata dove l’altra metà del cielo si ritrova, riscopre com’è bello ed appagante ridere al femminile, lasciarsi andare dimenticando per poche ore le noie quotidiane e riscoprirsi persona tra le persone.
Non sto parlando degli eccessi...niente spogliarelli al maschile...ma solo un ritrovarsi intorno a una tavola che non abbiamo preparato noi, mangiando un cibo che non abbiamo cucinato noi, le confidenze che aleggiano tra le portate, una sana e piacevole solidarietà femminile che, checche se ne dica, è difficile da vivere quotidianamente, perché noi donne siamo molto più in competizione che complici nella vita di ogni giorno.
E se al tutto si aggiunge la musica, ci si scatena nelle danze e sembra di scrollarsi di dosso tutto il peso interiore accumulato ed alla fine ci si ritrova più leggere.

Ed al momento dei saluti, con la classica mimosa tra le mani, ci si ripromette di ripetere una simile serata, senza obbligo di calendario, per ritrovare la stessa atmosfera, sapendo già che non sarà così.
Solo alcune di noi ci riescono, per le altre l’appuntamento è per il prossimo anno.
Si torna alla vita di tutti i giorni, ma con un ricordo piacevole in più.
E sperando di non aver scandalizzato nessuno...
ecco perché l’8 marzo...
è ANCHE questo!

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