il 4-2-fantasia

Mi è capitato di ascoltare in settimana, nel corso di una trasmissione su Milan Channel, una mail di un abbonato che proponeva una statistica secondo la quale il modulo inventato da Leonardo ha portato 11 vittorie e un pareggio in campionato.
Naturalmente la cosa non mi ha lasciato indifferente, anche perché il Direttore Mauro Suma l’ha sottolineata proponendola anche al nostro allenatore dopo la conferenza stampa di sabato.
Per curiosità sono andato a verificare la cosa e, in realtà, la situazione è un po’ diversa.

Secondo Suma, e sono d’accordo, il 4-2-fantasia, per essere tale, deve prevedere lo schieramento di Seedorf alle spalle di Pato, Dinho e un centravanti.
Senza Seedorf il centrocampo torna a tre, e senza Pato i giocatori che lo hanno sostituito non hanno le medesime caratteristiche tecniche e tattiche.
Ora, io faccio mia l’interpretazione del Direttore, anche se non so sia la stessa che ha mosso l’abbonato in questione a proporre la statistica in oggetto.

La realtà dei fatti, alla luce di questa interpretazione, risulta la seguente.
La prima partita che vede Seedorf, Pato, Dinho e un centravanti contemporaneamente in campo è Livorno-Milan 0-0, ma in quel caso lo schieramento era il 4-3-1-2 con Seedorf a centrocampo sulla sinistra, Dinho trequartista e Pato-Hunt in attacco … inoltre dopo 55’ ci sono state sostituzioni che hanno coinvolto i quattro. Credo quindi che questa partita non possa essere inserita nella statistica.

Anche se si ritiene che il 4-2-fantasia sia nato nel secondo tempo di Milan-Roma (2-1), in realtà questo modulo fu schierato anche nella ripresa della partita precedente giocata a Bergamo.
Era il periodo nel quale si provava un 4-4-2 per dare una certa compattezza alla squadra in un periodo molto difficile, ma l’utilizzo sugli esterni di centrocampo di elementi non proprio adatti come Flamini e Seedorf stava dando risultati poco incoraggianti.
Al 39’ del primo tempo di quella partita, con l’Atalanta in vantaggio per 1-0, venne espulso Radovanovic, e nel secondo, con l’uomo in più, Leonardo inserì Dinho al posto di Flamini piazzandolo a sinistra, allargò Pato a destra e accentrò Seedorf alle spalle dei due e di Hunt (al quale subentrò Pippo al 58’).
Anche in questo caso non so se l’abbonato abbia preso in considerazione questa partita nelle sue statistiche.
Contro la Roma avvenne la stessa cosa: 4-4-2 di partenza (Abate a destra e Seedorf a sinistra), con Pato e Dinho di punta. Ma nella ripresa l’inserimento di Inzaghi al centro dell’attacco (in sostituzione di Abate) comportò l’allargamento dei due attaccanti con l’accentramento di Seedorf alle spalle dei tre.
Da quel momento il 4-2-fantasia, come venne battezzato, fu utilizzato come modulo base da Leonardo, ma il conseguimento di alcuni risultati fu anche la conseguenza di aggiustamenti tattici, non trascurabili, in corso di partita.

Ad esempio, dopo la vittoria con la Roma, andammo a giocare a Verona iniziando la partita con Seedorf, Pato, Dinho e Hunt … ma la doppietta di Nesta che ci diede i tre punti arrivò dopo la sostituzione del Dinho con Inzaghi con uno stravolgimento dell’assetto tattico che non permette di ascrivere questa vittoria al “modulo Leonardo”.
Nella partita successiva giocata a Napoli accadde il contrario: dopo la sostituzione del Dinho con Flamini al 61’ (con il Milan avanti 2-0) si arrivò, come tutti ricorderanno, al 2-2 finale con i due gol subiti dopo il 90’ (anche a causa dell’espulsione di Abate a cinque minuti dalla fine).
Come si vede è un compito difficile attribuire una vittoria o un pareggio ad un modulo tattico.
La vittoria contro il Parma (2-0) nell’11° giornata vede schierato il “fantasia” titolare con Seedorf, Pato, Dinho e Borriello, e anche se il gol del 2-0 arriva dopo la sostituzione di Seedorf con Flamini, questa vittoria va attribuita al modulo Leonardo; come anche il 2-1 ottenuto a Roma contro la Lazio e il 4-3 sul Cagliari a San Siro.
La vittoria di Catania, invece, è figlia di una di quelle “mosse della disperazione” che in alcuni casi, come questo o come a Verona, ha trasformato un pari o una sconfitta in una vittoria, e in altri, come a Parma, ha trasformato un pari in una sconfitta.
A Catania, con il risultato sullo 0-0 e con in campo Seedorf, Pato, Dinho e Inzaghi,  all’84’ Leonardo cambia Flamini con Hunt, e l’olandese segna una doppietta nel recupero. Anche in questo caso è difficile accreditare la vittoria al “fantasia”.

Va invece accreditato al modulo Leonardo il 3-0 rifilato alla Samp alla 15° giornata nonostante la prematura sostituzione del Dinho con Abate al 34’ visto che è avvenuta a risultato già acquisito.
A partire dalla gara interna contro il Palermo (persa 2-0) si manifestano i primi guai muscolari di Pato (che contro il Palermo entra al 50’ sullo 0-1) e di Seedorf.
Vengono quindi a mancare quei giocatori che danno un senso a quel tipo di disposizione.
In mancanza di Pato comincia la girandola che vede schierati all’ala destra i vari Beckham, Abate, Mancini e Huntelaar … mentre in assenza di Seedorf si torna al centrocampo a tre con Pirlo e due incontristi.
Con questa situazione arrivano il 5-2 al Genoa, il 3-0 alla Juve, il 4-0 al Siena e la sconfitta nel derby.
Rientra Seedorf (ma manca sempre Pato) in occasione dell’1-1 interno contro il Livorno e dello 0-0 di Bologna.
Torna indisponibile l’olandese ma rientra Pato (al 13’ per l’infortunato Mancini) nel 3-2 all’Udinese, nel 2-0 al Bari, nel 2-1 di Firenze e nel 3-1 all’Atalanta quando il Papero si fa male di nuovo a dieci minuti dalla fine.

Nella partita di Roma contro i giallorossi (0-0), sempre assenti Seedorf e Pato, tocca a Hunt provare nel ruolo di ala destra, mentre nell’1-0 con il Chievo tocca nuovamente a Beckham che proprio in quella partita si infortuna gravemente, e si rivede Seedorf che entra al posto di Pirlo all’80’ giusto in tempo per segnare il gol vittoria dopo il 90’.

In Milan-Napoli 1-1 del 21 marzo si rivede il “fantasia”: Seedorf, Pato, Dinho e Inzaghi … ma dura solo un quarto d’ora … il tempo di prendere il gol di Campagnaro e di vedere Pato costretto ad uscire dopo l’ennesima ricaduta.
Torna di moda “l’albero di natale” a Parma dove perdiamo 1-0; poi il 4-3-1-2 con Seedorf trequartista e senza Dinho squalificato nell’1-1 interno contro la Lazio del 27 marzo per poi tornare a vincere a Cagliari (3-2) con la riproposizione del “fantasia” con Hunt a destra, così come anche nel 2-2 contro il Catania.
A Genova con la Samp tocca nuovamente a Mancini a destra (2-1 per i blucerchiati), mentre è storia ancor più recente il 3-1 subìto al Barbera  dai rosanero ancora con l’alberello.

Nella partita giocata contro la Fiorentina, il “fantasia” prevede ancora Hunt all’ala destra con Dinho a sinistra e Borriello centravanti, ma il gol vittoria arriva dopo i cambi dei due olandesi con Mancini e Inzaghi.
Mentre a Genova, con il Genoa, si è giocato con il 4-3-3 fino al 57’ quando Seedorf subentra a Gattuso ripristinando il 4-2-fantasia giusto in tempo per prendere il gol che ci costa una sconfitta indolore solo ai fini della classifica … il pari tra Palermo e Samp ci consegna un affannoso matematico terzo posto.

Come dicevo è molto difficile assegnare il conseguimento di un risultato ad un determinato modulo, ma proviamo a farlo tenendoci sul generoso
Al “vero fantasia” (Seedorf, Pato, Dinho e un centravanti) si possono attribuire:
Milan-Roma 2-1 (1 vittoria)
Milan-Parma 2-0 (2 vittorie)
Lazio-Milan 1-2 (3 vittorie)
Milan-Cagliari 4-3 (4 vittorie)
Milan-Samp 3-0 (5 vittorie)

Quindi se la discriminante è “Seedorf Pato Dinho un centravanti” le partite sono solo cinque con altrettante vittorie.
Se però si valuta quali risultati questo modulo ha conseguito in Europa, la situazione cambia:
Dopo aver vinto a Marsiglia e aver perso in casa con lo Zurigo utilizzando il “modulo Ancelotti”, arriva la vittoria di Madrid con il primo “fantasia” utilizzato in Champions; ma subito dopo, con lo stesso modulo, arrivano i tre pareggi consecutivi contro Real, Marsiglia e Zurigo

 
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