Quest’anno alla Giuria del festival di Cannes c’era una sedia vuota.
Il regista iraniano Jafar Panahi, scelto tra i giurati, non ha potuto onorare l’invito perché si trova in prigione in Iran.
Panahi, 49 anni, ha vinto il Leone d’oro, l’Orso d’argento e una Camera d’oro a Cannes.
Il suo cinema è preciso, minuzioso, attento ai dettagli e fedele alla verità dei fatti e delle persone.
Ha esordito con il film ‘Il palloncino Bianco’ (1995); il suo capolavoro è ‘Il Cerchio’ (2000), con cui ha trionfato a Venezia, una storia che parla di otto donne incarcerate in Iran.
Il primo marzo di quest’anno alcuni agenti in borghese l’hanno prelevato dalla sua casa, insieme alla moglie e ad alcuni suoi ospiti.
Dopo lunghi interrogatori sono stati rilasciati tutti tranne lui.
Jafar Panahi è stato rinchiuso nel famigerato carcere di Evin, quello riservato ai prigionieri politici.
L’accusa è molto vaga.
Il regime degli Ayatollah sospetta che il regista stesse preparandosi a girare un film sulle manifestazioni degli oppositori del governo all’indomani della rielezione di Amadinejhad.
Panahi infatti è un sostenitore di Moussavi, leader dell’opposizione, ma soprattutto è un intellettuale indipendente piuttosto critico verso gli Ayatollah.
Lo scorso giovedì al festival di Cannes è stato letto un suo messaggio di ringraziamento alla Francia per l’appoggio ricevuto.
Subito dopo è stato proiettato un video di tre minuti in cui il regista racconta il suo precedente arresto avvenuto nel luglio 2009.
Panahi era stato fermato nei pressi del cimitero dove si svolgeva la cerimonia funebre di Neda, la ragazza colpita a morte da un cecchino durante una manifestazione a Teheran.
Anche allora sospettavano di lui e della sua telecamera.
In quell’occasione, racconta Panahi, il poliziotto incaricato di interrogarlo gli aveva chiesto perché non avesse ancora lasciato l’Iran, perché non andasse a girare i suoi film all’estero.
Era una minaccia che si è rivelata profetica.
Proprio a Cannes si è saputo che Jafar Panahi ha iniziato lo sciopero della fame (siamo ormai al 12 giorno).
E' stato accusato dalle autorità carcerarie di aver filmato la propria cella e per questo, come ha dichiarato la famiglia, il regista ha cominciato uno sciopero della fame ad oltranza che è cominciato già da domenica: “Domenica sono stato interrogato e accusato di aver filmato la cella, il che è una clamorosa bugia” ha detto Panahi ai suoi familiari, continuando: “Non ho mangiato o bevuto da domenica e continuerò finché le mie richieste non saranno accolte''.
La situazione iraniana è assolutamente fuori controllo, dimenticata dai media e dalla diplomazia internazionale e appare sempre più preoccupante
Paolo Bellettieri
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