La Coppa del 1969

 

La coppa del 1969

Il Milan allenato da Nereo Rocco, dopo le vittorie nella stagione precedente in campionato (9° scudetto) e in Coppa delle Coppe, disputa la Coppa dei Campioni a cinque anni di distanza dalla precedente partecipazione.
Proprio la vittoria dell’anno precedente in Coppa delle Coppe consente alla squadra di acquisire uno spessore europeo tale da permetterle di essere considerata una delle favorite del torneo insieme ai campioni in carica del Manchester Utd di Bobby Charlton (pallone d’oro nel ’66), Denis Law (pallone d’oro nel ’64) e George Best (pallone d’oro in carica); agli scozzesi del Celtic (vincitori dell’edizione del ’67), ai portoghesi del Benfica di Eusebio (pallone d’oro 1965) finalisti l’anno prima, e, come al solito, agli spagnoli del Real Madrid.

La campagna acquisti porta in dote sostanzialmente il centrocampista Romano Fogli, dal Bologna, e il giovane centravanti Carlo Petrini, preso dal Genoa. Non fanno più parte dell’organico giocatori che l’anno precedente avevano ricoperto un ruolo di secondo piano: Angelillo, Baveni e Giacomini.

Nei sedicesimi di finale il sorteggio ci propone la sfida con i campioni di Svezia del Malmoe. Gli svedesi, pur non essendo uno squadrone, sono una buon collettivo, e ci creano qualche grattacapo.
Nella partita di andata giocata in Svezia si portano sul 2-0, ma un gol di Rivera al 58’ rende rimediabile la sconfitta. Nella gara di ritorno, però, un gol di Ljundberg al 16’ mette a rischio la qualificazione. La reazione del Milan porta al pareggio nel corso del primo tempo per merito di Pierino Prati che và in gol al 32’, Sormani al 62’ pareggia il conto con il risultato dell’andata e sette minuti dopo ancora Prati spezza l’equilibrio. Il 4-1 finale lo segna Rivera su rigore ad un minuto dalla fine.
Nello stesso turno il risultato a sorpresa è l’eliminazione dei campioni d’Inghilterra del Manchester City da parte dei turchi del Fenerbache.

Milan e Benfica saltano per sorteggio gli ottavi di finale, turno nel quale il Real Madrid viene eliminato a sorpresa dagli austriaci del Rapid Vienna.

I quarti di finale ci mettono di fronte gli scozzesi del Celtic, squadra senza fuoriclasse ma dura, compatta e difficile da affrontare. La partita di andata giocata a San Siro sotto una fitta nevicata termina a reti inviolate e conferma quanto i biancoverdi siano ostici da affrontare. Il retour match del Celtic Park si prospetta come una gara ad altissimo coefficiente di difficoltà, ma un gol in contropiede di Pierino Prati al 12’ , e un’epica resistenza fino al 90’ ci consegnano il pass per le semifinali. Grande prestazione di tutto il pacchetto difensivo, da Cudicini a Rosato, da Anquilletti a Schnellinger, da Malatrasi a Luigi Maldera (sostituto di Trapattoni). Anche nei quarti si verifica una sorpresa: l’eliminazione del Benfica da parte degli olandesi dell’Ajax guidati dall’astro nascente Yohann Cruijff.

La semifinale ci vede opposti ai campioni in carica del Manchester Utd, mentre nell’altra si giocano l’accesso alla finale l’Ajax e i cecoslovacchi dello Spartak Trnava.
L’andata si gioca a Milano, una grande prestazione ci permette di vincere la partita per 2-0 con i gol di Sormani al 33’ e Hamrin al 49’. Il risultato è rassicurante, ma non abbastanza da garantire la qualificazione in vista del ritorno all’Old Trafford dove i campioni inglesi, nei turni precedenti, hanno travolto gli irlandesi del Waterford per 7-1 e hanno liquidato con un 3-0 prima i belgi dell’Anderlecht e poi gli austriaci del Rapid Vienna. La partita di ritorno entra di diritto nella leggenda, gara di grande sofferenza con la squadra chiusa a difendere il vantaggio ottenuto all’andata, ma non rinunciataria come dimostra la presenza contemporanea di Rivera, Prati, Sormani e Hamrin. L’accesso alla finale viene ottenuto soprattutto grazie alle grandi parate di Cudicini che soccombe solo al 70’ per il gol di Bobby Charlton e si guadagna l’appellativo di “Ragno Nero” a causa del colore della maglia, della sua magrezza e dei balzi compiuti da un angolo all’altro della porta a fermare qualsiasi pallone che arrivava dalle sue parti.

La finale di Madrid del 28 maggio ci oppone i lancieri dell’Ajax, un outsider della vigilia.
Esiste una certa analogia tra la Coppa vinta nel 1969 e quella conquistata vent’anni dopo: una semifinale che ci pone di fronte l’ostacolo più difficile (il Real Madrid nel 1989), e la finale giocata in Spagna (a Barcellona nell’89) contro una squadra rassegnata al ruolo di vittima sacrificale (lo Steaua nell’89).
Il Milan inizia la partita con la consapevolezza di essere superiore all’avversaria e con la doppietta di Prati al 7’ e al 39’ indirizza la gara verso lo scontato epilogo. Al 61’ un rigore realizzato da Vasovic riapre virtualmente la partita, ma cinque minuti dopo ci pensa Sormani a richiuderla, e al 74’ Prati realizza la tripletta mettendo il sigillo finale.

La tabella che segue illustra la copertura dei ruoli, e, successivamente, lo schema di gioco e il riepilogo dei risultati con i relativi marcatori:




SEDICESIMI DI FINALE
MALMOE–MILAN 2-1
Olsberg 45’ Elmstedt 50’ Rivera 58’
MILAN–MALMOE 4-1
Ljundberg 16’ Prati 32’ Sormani 62’ Prati 69’ Rivera r. 89’

QUARTI DI FINALE
MILAN–CELTIC 0-0
CELTIC–MILAN 0-1
Prati 12’

SEMIFINALE
MILAN–MANCHESTER Utd 2-0
Sormani 33’ Hamrin 49’
MANCHESTER Utd–MILAN
1-0 Charlton 70’

FINALE
MILAN–AJAX 4-1
Prati 7’ Prati 39’ Vasovic r. 61’ Sormani 66’ Prati 74’


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