15-05-2010


  Bronco James e il mistero del 2006  
 
"Ci sono troppe cose che non capisci, baby. Sei ancora troppo piccola, non sai come gira il mondo"
Era uno strano caso, quello, un mistero degno di Simenon.

Uno scudetto ritrovato assassinato, non si sapeva nè da chi, nè come e perchè.
Mancavano movente e arma del delitto.
Qualche sospetto sul mandante, ma niente di che.
Insomma, non c'era un cazzo.

Mi chiamarono per occuparmene solo dopo qualche anno, quando i poliziotti si erano rotti le palle di indagare nel nulla, brancolando nel buio di questa maledetta città, troppo fredda d'inverno e troppo umida d'estate.
E fu in una di quelle sere in cui il caldo inizia ad arrostirti il cervello, che mi venne l'illuminazione.

Ero passato dal "Cigno Triste", il mio locale, il locale adatto a tutti quelli come me, gente maledetta, per buttar giù qualche dito di alcol, e ascoltare la musica del mio amico Onorius Black, sassofonista nero e sordo, che non si sapeva come cazzo facesse a capire cosa suonava, e soprattutto perchè lo suonasse solo lì, in quella bettola di terz'ordine, di quella grande città nel nulla.
Ma questa è un'altra storia, baby, non è di questo che voglio raccontarti.

Nel pomeriggio ero passato ad interrogare l'ultimo sospettato.
Mi aveva accolto nel suo elegante ufficio all'ottavo piano di un signorile palazzo del centro.
Un tipo grasso, baby, grasso e tarchiato, con due occhiali dalle lenti spesse e buffe.
Aveva un maledetto alibi, diceva che lui non era stato.
Mi fece qualche nome, tirò in ballo un faccendiere molto conosciuto nell'ambiente, un tale a cui era stato appioppato il nomignolo di "Lucky".
Giurò che quanto accaduto era solo colpa sua, e dei suoi modi spicci e poco chiari.
Ma Lucky era già in gattabuia, baby, se lo stavano lavorando per bene in una città del sud dello Stato.
E quando il fatto era avvenuto, era già in galera.
Un pietoso tentativo di spaiare le carte, un orrido espediente per buttare altro fumo nei miei occhi, già arrossati dalle braci delle mie Camel.
Ecco perchè mi chiamano Bronco, perchè tossisco spesso, e gli occhi rossi mi escono di fuori. Ma anche questa è un'altra storia, baby, magari te la racconterò un'altra sera.

Qualche giorno prima ero stato dal Tedesco.
Era stato lui a mandarmi dall'ultimo sospettato, dal tipo con gli occhiali buffi.
Si, qualcosa sapeva, il Tedesco, ma lui aveva solo dato un parere, non aveva fatto niente di concretto, nulla contro la legge.
Brutta storia, baby, una come tante che accadono in questo maledetto Paese.
Io, chi era il mandante, lo sapevo bene.
Un petroliere, ricco sfondato, l'unico che aveva qualcosa da guadagnarci.
Un affarista senza scrupoli e senza dentista, nonostante se ne potesse permettere un esercito.
Per questo lo chiamavano Rotten Teeth.
Denti marci.
Bevevo il mio terzo bicchiere, quella sera, baby, quando ad un tratto capii.
Mentre il sax di Onorius si arrampicava su un'ottava, inseguendo una biscroma, mi venne tutto chiaro.
L'unica cosa certa era che c'era un morto.

Il Tedesco non era stato.
Il grasso occhialuto nemmeno.
Lucky non c'entrava niente, in quella brutta storia, aveva altri cazzi per la testa all'epoca.

E intuii cos'era successo, baby: lo scudetto non era stato ucciso, no, si era suicidato.

Non voleva essere preso vivo dal petroliere, che da tempo era ossessionato dall'idea di catturarlo.
Lo scudetto del 2006, invece, si era consegnato al nemico, morto.
E poi che ne facessero quello che volevano, baby, lui ormai non ci sarebbe stato più.
Era andata proprio così.

Non piangere, baby, non ne vale la pena.
Andiamo al "Cigno Triste", lì la musica di Onorius ci riconcilierà col mondo.
E te lo prometto, non mi occuperò più di queste storie, mai più.
Sono più sporche del mio impermeabile.
Parola di Bronco James

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