scelte coraggiose

Dida, Zambrotta, Favalli, Kaladze, Onyewu, Oddo, Jankulovsky, Seedorf, Gattuso, Inzaghi, Huntelaar, Mancini, Roma.
Non è una formazione di fantasia, bensì soltanto la nostra attuale squadra di riserve, considerando Flamini titolare e non Seedorf visto che lo schieramento con il doppio mediano è quello che dà maggiori garanzie sul piano dell’equilibrio.
Gli ingaggi lordi di questi giocatori sfiorano i 70 milioni di euro, considerando solo metà stipendio quello di Mancini dato che l’ex romanista è arrivato al Milan solo a gennaio.
I giocatori citati sono tutti degli over 30 eccetto Mancini (trentenne a breve) e Huntelaar (27enne).
Di essi soltanto Seedorf e Huntelaar sono riusciti a dare un contributo importante nel corso della stagione, per gli altri invece più ombre che luci.
Risulta chiaro ed evidente che con una panchina così strapagata e sopravvalutata gli equilibri finanziari del club sono molto alterati e il bilancio di quest’anno, nonostante la cessione di Kakà al Real, dovrebbe chiudersi comunque con un passivo intorno ai 20 milioni.

Se la matematica non è un’opinione pertanto l’azionista di riferimento del club, ossia Fininvest, nel giro di tre esercizi di bilancio ha dovuto ripianare perdite per più di cento milioni di euro.
Cade quindi il luogo comune di Berlusconi che non spende.
Il problema è invece che spende molto male perché il costo degli emolumenti che paga ai giocatori non è assolutamente proporzionale al loro rendimento e alla loro resa sul campo.
La gestione finanziaria del club purtroppo è stata largamente deficitaria in questi ultimi anni, rinnovi di contratto plurimilionari, una politica sui giovani poco di prospettiva, alcune scelte incomprensibili in sede di mercato.

Berlusconi ha certamente molte colpe in questa situazione, in quanto Presidente della squadra anche se non nominalmente.
La colpa maggiore è certamente quella di aver compreso con ritardo la scelleratezza di certe scelte.
Sarebbe bastato invertire la rotta un anno prima, dopo la mancata qualificazione in Champions, per creare basi diverse per il futuro e ricostruire la squadra senza l’esigenza di cedere il più forte giocatore della rosa.
Ad oggi però l’interrogativo che si pone inerisce alcune scelte assolutamente non più rinviabili.
Svecchiare la rosa e far dimagrire il monte ingaggi deve essere la via maestra da seguire.

Al contrario di molti che chiedono al Presidente di spendere io chiedo invece a Berlusconi di non spendere ma di creare le basi del futuro.
E’ giusto che il club sia capace di autofinanziarsi, abbia delle sane regole di gestione e imposti una squadra giovane e di prospettiva.
E’ giusto perché Berlusconi non è eterno e ai ricchi sceicchi che abbiano voglia di venire a buttare i loro soldi nel calcio ci credo molto poco.
Riuscire a liberarsi di almeno 8-9 contratti pesanti sarebbe un grandissimo passo avanti per il futuro.
In un colpo solo diminuiremmo il monte ingaggi e avremmo moneta sonante da far valere in sede di mercato.
Se riuscissimo a fare questo sono certo che molti tifosi che oggi sono un po’ lontani dalle vicende della squadra si riavvicinerebbero.
Una tifoseria matura infatti non chiede spese folli ma una progettualità basata sui giovani e su un’idea di calcio moderna.

A me piacerebbe molto un Milan meno pomposo ma più forte fisicamente e con una maggiore intensità agonistica e muscolare.
I dettami del calcio del 2010 seguono queste direzioni.
Il palleggio e la tecnica fini a se stessi sono dei ghirigori a volte superflui che non regalano le stesse emozioni di un collettivo vero, basato sullo spirito di squadra e su un gioco fatto di pressing, forza fisica, intensità, tecnica e talento al servizio della squadra.
Alla luce di ciò mi piacerebbe moltissimo un Milan con un nuovo direttore sportivo, Pederzoli al posto di Braida, con Arrigo Sacchi direttore dell’area tecnica e Delio Rossi allenatore.
Non so se avete visto giocare il Palermo quest’anno.
Io si, più volte, e ne sono rimasto veramente impressionato.
Delio Rossi fa giocare bene le sue squadre, riesce a dar loro personalità e soprattutto dà loro un’anima, una spinta vitale di emozione e di scarica adrenalinica che forse a noi manca da troppo tempo


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