Nonostante il calendario ci dica che siamo ad aprile inoltrato, la primavera meteorologica si fa desiderare, con le ultime piogge e le basse temperature.
Ma c'è una Primavera calcistica che scalda il cuore dei tifosi rossoneri, fatta di ragazzi entusiasti, ammirevoli...
pieni di quella grintosa incoscienza data dalla loro verde età.
La squadra Primavera del Milan ha conquistato, dopo 25 anni di digiuno, la Coppa Italia di categoria, nella finale col Palermo, giocata nello splendido scenario di S. Siro, che per una sera ha visto correre sul suo prato gambe giovani e teste piene di sogni di gloria e come un padre benevolo li ha accolti, incoraggiati e spinti alla vittoria.
Io c'ero ed è stato veramente uno spettacolo all'insegna del calcio genuino, dell'entusiasmo contagioso, in un vero clima di festa, sul campo come sugli spalti, con le due tifoserie, composte per la maggior parte da parenti ed amici dei contendenti, mischiate ed unite dal tifo per e non divise dal tifo contro.
Ognuno ad incitare il proprio ragazzo e tutti ad incitare tutti.
L'emozione di questi ragazzi era palpabile nell'aria, si riconosceva sui loro giovani volti all'ingresso in campo, anche perchè per i nostri questa emozione l'avevano vissuta in primis nei giorni precedenti.
Ritiro a Milanello, occupando e dormendo nel Centro Sportivo dei "grandi" e poi il viaggio verso S. Siro sul pullman della prima squadra, così come gli spogliatoi, dove han ricevuto la visita e l'"in bocca al lupo" dei senior rossoneri.
E' stata una bella partita, leale, maschia e giocata con tutto l'impegno possibile dalle due squadre.
Alla fine un Milan bello e concreto e anke un po' sciupone, ha ragione di un Palermo ordinato, generoso e compatto.
Due gol, uno per tempo, dà la vittoria al Milan e, dopo il fischio finale, i ragazzi rossoneri si abbandonano all'entusiasmo, anche caricati e trascinati dai cori della curva (presente per l'occasione) e degli spettatori tutti e si scatena la festa.
Ed ecco la premiazione, la corsa sotto la curva, il giro del campo con la Coppa alzata al cielo che passa di mano in mano, gli occhi lucidi dei giocatori, forse ancora increduli.
Sono loro i campioni di domani, nostrani e di casa nostra.
Bravi e capaci anche se non hanno nomi esotici e passaporti esteri.
Dobbiamo crederci e dare loro le possibilità per emergere e farsi strada.
E' guardando questi ragazzi, la loro gioia pulita, che potremo e dovremo riconciliarci con questo mondo, cercando di abbassare i toni e tornando a vivere le emozioni vere che questo sport può farci vivere, senza avvelenarle e sminuirle con inutili e dannose ipercritiche e recriminazioni.
Veramente una bella serata di festa e di calcio.
Bentornata Primavera!
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