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C’era una volta una squadra che sembrava essere tagliata solo per giocare la Champions League e che invece non era attrezzata per primeggiare nelle lunghe corse a tappe come il campionato italiano.
La settimana appena trascorsa ha invece dimostrato che, probabilmente, si tratta di discorsi che non hanno motivo di esistere, e che spesso servono solo a giustificare dei risultati deludenti.
Il Milan bello di Roma e quello tutto cuore e volontà di ieri contro il Chievo contrasta incredibilmente con  il Milan disarmante di Manchester, così come non si può non notare che al di là dello scontro diretto (nettamente a favore dei nerazzurri), i rossoneri, sulla “corsa lunga”, abbiano conquistato più punti dei cugini interisti.
Le forze in campo non si sono sovvertite di colpo e resta la certezza che l’Inter sia una squadra più forte del Milan e maggiormente attrezzata per vincere: l’abbiamo detto col distacco a -6 e lo ribadiamo oggi a -1.
Ma il calcio è uno sport strano, dove una serie di variabili possono incidere pesantemente sul cammino delle squadre e sovvertire ogni pronostico.

Il Milan di Leonardo, arrivato a questo punto, non può voltarsi indietro e guardare ciò che si diceva e si pensava alla vigilia del campionato, il Milan di Leo deve crederci e basta!
Deve pensare che la famosa “leggerezza” di quelli che non hanno nulla da perdere può fare la differenza, deve pensare che la pressione che è tutta sulle spalle dei nerazzurri può diventare un peso schiacciante, deve pensare che quando qualcuno minaccia concretamente di portarti via qualcosa che credevi già tuo la sicumera che ti contraddistingue può trasformarsi in panico, deve pensare che gli effetti della Champions , sia in un senso che nell’altro, possono farsi sentire come un problema in campionato.

In casa rossonera, la cosa che oggi contrasta con l’entusiasmo della grande rimonta è il fatto che ad ogni partita si debba pagare un dazio altissimo rappresentato dagli infortuni.
La consapevolezza che tra le due contendenti ci sia già un divario di organico, spinge il tifoso milanista a prendere ogni infortunio come quello che potrebbe far pendere il peso della bilancia dalla parte del nemico.
Non si può non avere quantomeno il sospetto che un Milan che perde definitivamente Nesta e Beckham e che debba fare anche a meno a turno di Bonera, Abate, Antonini, Pato e quant’altro, possa essere penalizzato nella corsa alla realizzazione di un’autentica impresa.
A meno che…
a meno che non succeda un fatto imprevisto ed imprevedibile: che nelle ultime 10 partite possano entrare pesantemente in scena quelli della vecchia guardia!
Il sempre decisivo Seedorf (e già s’è visto) , il recupero di Zambrotta e perché no dell’ Oddo di inizio stagione (visti gli acciacchi del duo Abate-Antonini), l’adrenalina e qualche tipico gol primaverile di Pippo Inzaghi possono essere dei fattori in questo sprint finale. 

Ed allora proviamo a raccogliere tutte le forze a disposizione, nuove e vecchie, e proviamo a credere veramente in grande!
Se poi non dovesse andare come speriamo pazienza, non potremmo comunque non ringraziare chi ci sta facendo rivivere un’emozione che non provavamo da anni, quella di essere arrivati a metà marzo praticamente appaiati alla capolista!
Gianpiero Sabato
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