Restiamo coi piedi per terra!
Scritto da Gianpiero Sabato   
Lunedì 06 Settembre 2010



 

Sembriamo come quelli che riprendono pian piano conoscenza dopo essere stati travolti da un qualcosa di potente, inatteso ed imprevedibile.

Proviamo a mettere a fuoco la situazione, non tanto per capire cosa è successo, quanto per capire cosa può succedere.

Parole, parole, tante, tantissime parole sono state dette e sentite nei giorni immediatamente successivi alla fine di un calcio mercato che, per quanto riguarda il Milan, ha lasciato tutti a bocca aperta.

Ci siamo ritrovati, nello spazio di una settimana, a passare dall’essere la squadra (e la società) più sbugiardata tra le grandi d’Europa ad essere la squadra (e la società) più elogiata del mondo; grandi e sperticate lodi alle capacità “gestionali” di Adriano Galliani, tanti e commossi ringraziamenti al Presidente Berlusconi che improvvisamente ha ritrovato la voglia (ed i soldi) di tornare vicino al suo Milan; tifosi “non evoluti” che avevano cavalcato (ed erano stati cavalcati) il disappunto generalizzato e che ora si ritrovano a ringraziare una società tornata “nuovamente intelligente” e che sono destinati a perdere quella visibilità che avevano inaspettatamente conquistato.

Insomma, è successo di tutto in questa settimana, ma la cosa più eclatante è che secondo molti addetti ai lavori si sarebbe addirittura invertito il rapporto di forze tra le due squadre di Milano.

Con l’arrivo di Ibahimovic e Robinho (al posto di Borriello ed Huntelaar) il Milan sarebbe diventato il favorito per la conquista dello scudetto e sarebbe tornato nel novero delle squadre in grado di arrivare a Wembley il 28 Maggio del 2011.

Non so se le cose stanno veramente così, ma di sicuro l’arrivo di questi due campioni ha avuto il merito di riaccendere l’entusiasmo nella tifoseria ed ha dato una spinta notevole anche al morale ed alla consapevolezza della squadra (un mix di cui abbiamo già percepito gli effetti nella serata della prima giornata di campionato contro il Lecce).

La fantasia sembra non avere limiti, e molti (giornalisti “presunti” seri e tifosi) discutono e si ingegnano su come Massimiliano Allegri possa mettere contemporaneamente in campo nell’undici titolare il quartetto delle meraviglie Ibra-Pato-Dinho-Robinho!

L’impressione generale è che una soluzione del genere si potrà verificare dall’inizio solo in qualche occasione particolare (e contro certi avversari), mentre è più facile che lo si possa vedere in qualche spezzone di partita quando il Milan si troverà nella situazione di dover recuperare (o sbloccare) il risultato.

La cosa che invece va sottolineata è che l’acquisto di questi due giocatori abbia avuto una doppia valenza, quella di far salire vertiginosamente i tasso tecnico della squadra e quella di permettere di assortire meglio la cerchia degli attaccanti.

Con Robinho abbiamo colmato una lacuna emersa in maniera evidente nella scorsa stagione, e cioè avere una vera alternativa di Pato: lo scorso anno avevamo tre attaccanti centrali (Borriello, Huntelaar e Inzaghi) e poi Pato e Ronaldinho (le alternative Beckham e Huntelaar, durante l’assenza di Pato, erano un adattamento al ruolo voluto da Leonardo per non cambiare il modulo).

Quest’anno Allegri si ritrova con due centrali (Ibra e Pippo) e tre esterni (per due posti). La sensazione generale, comunque, è che il Milan sia riuscito nell’intento di rinforzare tutta quanta la rosa a disposizione del tecnico livornese.

Gli arrivi di Amelia come vice Abbiati, di Sokratis e Yepes in difesa (al posto di Favalli e Kaladze) e di Boateng a centrocampo, hanno aumentato il numero delle alternative a disposizione in organico ed hanno contribuito a “rinfrescare” il roster.

La sensazione è che, per numero e qualità di giocatori a disposizione, quest’anno si potrà “far rifiatare” qualcuno dei titolari senza subire danni. Forse la maggior attitudine di Sokratis a fare il centrale anziché il terzino non ha permesso di “rinforzare” adeguatamente la corsia di destra, ma questa sembra l’unica pecca di un mercato quasi perfetto (a meno che Montelongo non sia il classico coniglio che esce dal cilindro!).

Se Allegri riuscirà a tenere in mano la situazione e ad ottenere totalmente la disponibilità delle tante “personalità” in organico (e qui, come fu per Sacchi, sarà importantissimo il ruolo della società alle sue spalle) allora questa squadra è destinata a fare una stagione da protagonista.

Tuttavia, è bene restare con i piedi ben saldi al terreno: secondo il mio parere personale, la distanza dall’Inter l’abbiamo solo accorciata, mentre in Europa ci sono ancora delle squadre che sulla carta restano favorite per la conquista della Champions.

Certo, nel calcio non si sa mai e non sempre vincono i più forti, ma intanto accontentiamoci di aver riconquistato in Italia ed in Europa quella credibilità e considerazione che negli ultimi anni si era appannata non poco.

Essere tornati ad “essere il Milan” è la cosa più importante per tutti i tifosi rossoneri, e chissà che questo entusiasmo così contagioso non permetta di colmare quel piccolo gap che ancora ci divide dai nostri avversari


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