Il razzismo dei sentimenti
Razzismo… la convinzione preconcetta che la specie umana  sia suddivisa in razze biologicamente distinte e caratterizzate da diversi tratti somatici e diverse capacità intellettive e la conseguente idea che sia possibile determinare una gerarchia di valore secondo cui una particolare razza possa essere definita "superiore" o "inferiore" a un'altra (da Wilkipedia)

Il periodo è di quelli che dovrebbero esaltare i buoni sentimenti, ma le notizie che entrano nelle nostre case sembrano dimostrare il contrario.
E non è questione di latitudine geografica…da Brembate in Lombardia…a Lamezia Terme in Calabria…passando per Avetrana in Puglia…siamo tutti spettatori inconsapevoli ed impotenti e, per questo, rabbiosi…rabbia che appunto nasce dall’impotenza di poter sfuggire da questi orrori che nascono dalla realtà quotidiana…dal vivere comune…dalla paura della prossima volta.

E allora scatta l’ipotesi di difesa…e si cerca subito un colpevole che venga da lontano, uno che non rispecchi i nostri stereotipi di brava persona, perché è già duro accettare simili accadimenti…sarebbe ancora più duro scoprire che chi li commette è il vicino della porta accanto.
E’ per questo che, come nel caso di Lamezia Terme, lo sdegno si fa più grande…colpevole certo e riconosciuto…ma con l’inconscio sollievo del fatto che sia straniero.

Per questo è facile cadere nella retorica ed alzare la voce per gridare il proprio sdegno, anche solo su ipotesi ventilate e/o gridate dagli organi di informazione, senza certezze e senza conferme e gridare al mostro, come successo a Brembate.
Già tutti pronti a condannare, a chiedere un’improbabile “ingiustizia” sommaria, per placare la sete di vendetta che, inevitabilmente, chi più chi meno, ci prende tutti.
Yara come e più di Sarah…ancora più bambina, ancora più indifesa…con la dolcezza negli occhi ed ancora lo strascico dell’infanzia nello sguardo.
Stavamo però per commettere tutti uno sbaglio, con la benda del pregiudizio sugli occhi ed il voler trovare la soluzione a tutti i costi.  
Stavamo per condannare e senza processo un ragazzo che, per una serie di nefaste (per lui) coincidenze, era rimasto impigliato nei fili ingarbugliati della storia, ma che poi, trovato il bandolo, ne è uscito scosso, ma innocente.
La sua unica colpa era quella di essere un extracomunitario e il fermo era stato interpretato dai più come colpevolezza certa.
L’unica certezza…di Yara non si sa niente e il dolore e la preoccupazione rimangono.

La tragedia di Lamezia Terme ha un suo colpevole e, questa volta,  è davvero un extracomunitario. Un ragazzo di vent’anni, che guidava senza patente e sotto gli effetti di stupefacenti….cannabis hanno detto. Quello spinello che tutti chiamano “droga leggera” e che molti vorrebbero legalizzare…allora poi guidare sotto i suoi  effetti sarebbe anche legale.
La rabbia è tanta, soprattutto per la dinamica dell’accaduto.
Un fatto che ci fa riflettere e ci costringe a pensare…
Quanti dei nostri ragazzi si ritrovano al volante, magari dopo una nottata in discoteca e avendo anche bevuto e fumato droga, con l’incoscienza autorizzata dai vent’anni e che ti fa sentire invincibile?
Quanti eroi di carta poi ritroviamo stracciati e col sorriso spento?

E ad Avetrana l’orrore era addirittura in famiglia…ed ancora non è dato di sapere quanto sia questo orrore.

Ed allora…la prossima volta…perché purtroppo ci sarà una prossima volta…non diventiamo giudici dei nostri simili, solo perché li troviamo diversi o perché vogliamo preservare le nostre coscienze dagli inciampi del dolore spiccio e mediatico.
Fermiamoci a pensare…

Non lasciamoci guidare dal razzismo dei sentimenti
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